Repubblica/Firenze: La grande fuga degli insegnanti
A giugno ne vanno in pensione 2.600, il 6,5% del totale
Il personale tecnico amministrativo cambierà 500 unità
L´aumento rispetto all´anno scorso è del 43 per cento
Solo a Firenze lasciano 681 docenti L´ingresso dei precari
La Cgil: "Se ne va la generazione entrata tra i banchi negli anni Settanta"
Tra i motivi della corsa all´addio anche la paura di innalzamento dei limiti d´età
LAURA MONTANARI
Se ne vanno. A giugno appoggeranno, forse con qualche malinconia, il gessetto bianco sulla cattedra e alzeranno un´ultima volta lo sguardo sulla classe, saluteranno gli studenti e usciranno dall´aula, senza un arrivederci. Se proprio non è un esodo, un po´ ci somiglia: i numeri, presentati ieri dalla Cgil, dicono che dal settembre 2007, in Toscana, andranno in pensione più del 6,5 per cento dei docenti, 2.596 su un totale di 39.904. Concentramento record nelle medie inferiori, dove si supera il 10 per cento. Ma se si allarga appena l´orizzonte, sono più di tremila gli addetti nella scuola - esattamente 3.150 - fra maestre, professori, collaboratori ausiliari (ex bidelli), personale delle segreterie e dirigenti, che lasciano. Erano stati 2.201 soltanto un anno fa.
Tradotta in percentuale la crescita dei pensionamenti rispetto al 2006 segna un più 43,1. «Se ne va una generazione di insegnanti, quelli entrati nella scuola negli anni Settanta» spiega Alessandro Pazzaglia, segretario regionale della Flc-Cgil, la Federazione lavoratori della conoscenza. Le maestre e i professori che il prossimo settembre non si presenteranno nelle aule, a Firenze saranno 681 (erano 437 nel 2006), ad Arezzo 226, a Grosseto 183, a Livorno 252, a Lucca 289, a Massa Carrara 198, a Pisa 286, a Prato 112, a Pistoia 172, a Siena 171. «Sono le cifre che abbiamo avuto dall´Ufficio scolastico regionale - spiega Pazzaglia - cifre che impongono una riflessione sul reclutamento e sulla formazione. Dobbiamo anche pensare che se non si affronta in maniera seria e rassicurante la riforma delle pensioni non si riescono a contenere le uscite». Infatti. Un po´ l´effetto «scalone» della riforma delle pensioni, con il timore di un innalzamento dei limiti d´età, un po´ anche l´aria che tira nella scuola: ecco come si arriva a questa onda di rinnovamento. A vederla in positivo, significa l´ingresso nella scuola di molti giovani insegnanti e di precari, una specie di passaggio del testimone, un ricambio generazionale, una grande occasione che spalanca le porte a nuovi ingressi. «Quello che non deve succedere - frena Pazzaglia - è che si riproducano sacche di nuovi precari, in Toscana oggi abbiamo il 18 per cento dei docenti che sono con incarichi temporanei e il 36 per cento del personale Ata, cioè ausiliari, tecnici e amministrativi». E´ chiaro che dietro all´uscita di questa moltitudine di cattedre non c´è soltanto il fatto di aver raggiunto i 35 anni di contribuzione e di aver superato i 57 di età: «Negli ultimi tempi la parola più usata per la scuola è stata tagli. Non solo nei finanziamenti - continua il segretario regionale Flc-Cgil - ma anche negli organici. Su quest´ultimo punto veniamo da 5 anni di riduzioni e per il settembre 2007 si prevedono 244 docenti in meno e un aumento di 9mila alunni. Vuol dire classi più numerose, vuol dire scuola multietnica, cioè allievi di varie nazionalità che hanno bisogno di inserimento, corsi e risorse».