Repubblica/Firenze: Io preside dico no: l´università non è in svendita

LAURA MONTANARI

Si è detto: troppi silenzi dentro l´università, troppa prudenza anche nella critica della Crui, la Conferenza dei rettori. Così, Umberto Mura, preside della facoltà di Scienze dell´università di Pisa, ha rotto il muro scrivendo una lettera aperta dal titolo: «L´università non è in svendita» e l´ha spedita ai suoi colleghi. Tre pagine per disegnare i contorni di un´«agonia annunciata» e lanciare un grido di aiuto. «Se entra in vigore il decreto Tremonti - spiega al telefono il professor Mura - per ogni docente che andrà in pensione all´università resterà in cassa soltanto il 20 per cento di quello stipendio il resto andrà allo Stato: significa il blocco del turn over che avrà effetti disastrosi e che si incrocia con gli scatti degli stipendi che da due passano a tre anni per i docenti». Il preside non salva il ministro Moratti, né Mussi, né l´attuale governo: «I problemi dell´università pubblica verranno finalmente risolti con la sua annunciata distruzione (questo è il risultato ineludibile dell´impianto economico riguardante l´università presente nel decreto Tremonti) e la chiara istigazione, per ora su base volontaria, di farla risorgere come un insieme di Fondazioni di diritto privato. Timore fondato è che questa operazioni porti con sé un´etichetta di eccellenza a prescindere; ciò insieme a sponsor generosi, imprenditori anelanti a finanziare ricerche di punta nelle quali più c´è rischio nella ricaduta meglio è, lasciti favolosi di ricchi contribuenti senza eredi o donazioni di imprenditori con bilancio in surplus e per finire, la certamente lauta contribuzione degli studenti. E´ questo il miraggio che dovrebbe attrarci, è questo a regime, il futuro impianto di finanziamento della università italiana».