Repubblica/Firenze: Ateneo, i precari restano precari
Stop al personale tecnico, all´Università monta la rabbia
Ieri assemblea con 500 persone, irruzione nella sala dove era riunito il Cda
LAURA MONTANARI
Per ora stop, nessuna stabilizzazione per il personale tecnico amministrativo precario dell´università. La sorte dei 97 in attesa di essere reclutati, resta nell´incertezza per i tagli e il blocco del turnover deciso dal governo. Tutto è rinviato a settembre. Sarà un autunno di proteste e di lotte quello che si profila all´orizzonte dell´ateneo fiorentino. Ieri in cinquecento hanno partecipato all´assemblea convocata dai sindacati Flc-Cgil, Cisl e Uil: «Da anni non si vedeva questa partecipazione» racconta Caterina Palazzo (Cisl). Megafono in mano lungo i corridoi del rettorato, slogan contro Berlusconi e contro Brunetta: così il corteo dei lavoratori dell´università ha fatto irruzione ieri in piazza San Marco entrando nella sala mentre era riunito il consiglio di amministrazione. «Bloccheremo l´anno accademico se applicherete il decreto 112» ha promesso il segretario Flc-Cgil Moreno Verdi. Applausi. «I lavoratori non ci stanno a vedersi decurtare dai 300 ai 600 euro all´anno del proprio stipendio - ha spiegato Verdi - In questi anni sono aumentati i carichi di lavoro, addirittura raddoppiati con il 3+2 (laurea triennale e specialistica) eppure il personale è diminuito, oggi rispetto alla pianta organica mancano 430 unità. I sacrifici noi li abbiamo già fatti, diffidiamo l´università dall´applicare trattenute penalizzanti in caso di malattia». Rabbia e preoccupazione si mescolavano nel corteo di ieri: «Sono precario dal 2001, siccome ho lavorato dentro l´ateneo per cooperative esterne non sono nemmeno fra quelli che possono sperare di essere reclutati stabilmente, ho 34 anni e guadagno 1.100 euro al mese. Come faccio a far quadrare i conti? Ho un mutuo per la casa da pagare, niente ferie, niente ristoranti, niente auto, ma una bicicletta. Arrivo a fine mese solo se non ho imprevisti: basta un dente cariato, una porta rotta, la caldaia da aggiustare e devo chiedere un aiuto finanziario ai miei genitori» racconta Leonardo che lavora nel polo didattico del centro storico. «Pensate comunque che c´è anche chi guadagna meno di me» avverte. «Stipendi che finisco alla terza settimana del mese» aggiunge Verdi. Le Rsu dell´ateneo si sono incontrate ieri anche col prorettore Corpaci: «Dobbiamo procedere alla revisione della programmazione» ha frenato sui precari. Contro il decreto 112 assembla anche dei due atenei di Siena, mentre il consiglio di amministrazione di Firenze oltre ad esprimere preoccupazione parla di «profonda alterazione dei connotati pubblici del sistema universitario», di «drastica riduzione dei corsi» come conseguenza dei tagli ai finanziamenti e al blocco del turn over. Il Cda fiorentino invita la Conferenza dei rettori a prendere «iniziative radicali» casomai il governo non tornasse sui suoi passi. Proteste contro il decreto, ma anche la disponibilità a discutere sulla riassegnazione dei fondi arriva dalla facoltà di Scienze, dove il preside Paolo Marcellini spiega che le 70 facoltà italiane si stanno coordinando per firmare un documento comune.