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Repubblica-"Fermiamo la Moratti", va in piazza la protesta di scuola e università

Roma, trentamila tra studenti, professori e genitori in corteo per contestare le riforme del ministro dell'Istruzione "Fermiamo la Moratti", va in piazza la protesta di scuola e università ...

16/05/2004
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la Repubblica

Roma, trentamila tra studenti, professori e genitori in corteo per contestare le riforme del ministro dell'Istruzione
"Fermiamo la Moratti", va in piazza la protesta di scuola e università

I manifestanti hanno sollecitato lo sciopero generale per difendere l'istruzione pubblica
D'accordo i sindacati dalla Cgil ai Cobas: il popolo della scuola è maggioranza nel Paese
MARIO REGGIO

ROMA - Cinque vispi bimbetti saltellano davanti allo striscione che apre il corteo. Reggono un piccolo lenzuolo con su scritto: "Letizia miao, non siamo quattro gatti". Sono passate da poco le due di pomeriggio e la situazione non è molto incoraggiante: a piazza della Repubblica la manifestazione contro la Moratti stenta a prendere corpo. Ma verso le tre i ranghi si serrano, il fiume umano cresce tumultuoso. La grande paura è passata, alla fine saranno più di 30 mila. E a piazza Navona la parola d'ordine diventa: "Il popolo della scuola è stanco di chiacchiere, sciopero generale". Guglielmo Epifani scende in campo: "Il mondo della scuola continua la sua mobilitazione, il movimento va avanti e cresce, la Moratti non lo ferma, anzi cresce il coinvolgimento della società civile che difende la scuola pubblica e rifiuta le scelte del governo su università e ricerca".
Genitori, tanti bambini, insegnanti, ricercatori, precari, passeggini, striscioni, palloncini colorati della Cgil e di Legambiente, bandiere dei Cobas. Il bersaglio è uno solo: Letizia Moratti. Due bambini viaggiano sul camion che segue lo striscione d'apertura, "Dalla scuola dell'infanzia all'università, fermiamo la Moratti", e i due intonano filastrocche irriverenti: "Giro girotondo, casca il mondo, casca la Moratti, tutti soddisfatti".
È la giornata dei Comitati per la difesa del tempo pieno. Sono loro il nerbo del corteo. Tutti i partiti del centrosinistra hanno aderito, ma di militanti se ne vedono proprio pochi. Lilly Gruber, candidata della Margherita alle europee, appare all'improvviso, saluta, scambia battute con i genitori e studenti. Piero Fassino si unisce ai manifestanti, proprio dietro i Cobas. Questa volta nessun problema: "Con le misure che la Moratti ha assunto - dichiara - si sta stravolgendo il sistema scolastico e si riduce la qualità della formazione e del patrimonio educativo. Non è una riforma ma un grave colpo inferto alla scuola pubblica". Il sole accarezza il corteo che scende per via Cavour: un fiume colorato e festante. Rimbomba lo slogan più gettonato: "O partigiano portala via, o brutta ciao..". Sempre lei, Letizia Moratti, "bocciata" da decine di cartelli. Gruppi di turisti ai Fori Imperiali riprendono incuriositi le scene del corteo. "Who is Moratti?", si domanda un'attempata e robusta americana. "Moratti devi imparare la lezione, non sai cosa è la pubblica istruzione" spiega uno striscione, ma la turista made in Usa non può capire.
Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, spiega: "La riforma deve essere ritirata, perché distrugge la scuola elementare, immiserisce quella pubblica, il governo è sordo ad ogni richiesta ma il popolo della scuola, per la prima volta alleato dei cittadini, è maggioranza nel Paese e il centro destra non potrà non tenerne conto". Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario della Cgil Enrico Panini: "Non consentiremo al ministro Moratti di andare da nessuna parte se insisterà con queste politiche. Oggi in piazza c'è l'intero mondo della conoscenza, dalla scuola, all'università, alla ricerca". La testa del corteo è giunta in prossimità di piazza Navona. Si ferma. Si stringono le fila. "Sciopero generale", il grido si leva dalle prime file e percorre il corteo a ritroso, fino a largo Argentina, Botteghe Oscure e piazza Venezia. A piazza Navona, sul palco, si alternano i portavoce dei coordinamenti di genitori e insegnanti giunti da tutta Italia, dei precari della scuola e dell'università. Il messaggio è chiaro e univoco: Moratti fermati.

"Non applicare le direttive"

Simonetta Salacone, direttrice della scuola romana Iqbal Masih: "Occorre ridurre il danno della riforma Moratti - spiega la preside, che fa parte del movimento romano "100 scuole contro la riforma" - l'obiettivo finale è il ritiro della legge ma nel frattempo bisogna evitare che le novità introdotte dalle circolari producano cambiamenti. Come? Basta ignorare le direttive: non adottare libri di testo nuovi, non eleggere il tutor, non incentivare la personalizzazione dei percorsi".
"Il tempo pieno va garantito"

Costanza Boccardi, 36 anni, regista teatrale e madre di tre figli è la portavoce del Coordinamento genitori e insegnanti di Napoli. "Napoli è una realtà difficile, un mondo a parte - spiega - abbiamo un bisogno vitale di una scuola che garantisca il tempo pieno. I nostri ragazzi rischiano la strada, con tutte le conseguenze: negli ultimi anni è stato fatto molto per contrastare il fenomeno dell'abbandono, come istituire la figura del "maestro di strada", ma resta molto da fare".

"Noi ricercatori spazzati via"

Francesco Pezzulli, 32 anni, "assegnista" di ricerca a sociologia della Sapienza di Roma, guadagna mille euro al mese: "Se non contrastiamo questa riforma la figura del ricercatore verrà spazzata via - spiega -: ci si prospetta una realtà dove la ricerca sarà concentrata all'interno di alcuni centri di eccellenza. Col risultato che l'autonomia di questo mestiere non esisterà più, e chi resta sarà ridotto a contratti a tempo che impediscono ricerche lunghe".

"Gli studenti sono tornati"

Cristina Montinaro, 22 anni, di Lecce, studentessa di scienza delle comunicazioni: "Continueremo a protestare finché non avremo le risposte che cerchiamo. E nonostante le intimidazioni: scuole sgomberate dopo qualche ora di occupazione, controlli di polizia, denunce e minacce di qualche preside avevano frenato il movimento studentesco, ma ora siamo ripartiti. Il prossimo corteo il 4 giugno, per la visita di Bush a Roma: scuola e guerra sono temi vicini".


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