Eliminare gli sprechi è indispensabile, però occorre aumentare l´aiuto all´handicap e ai giovani immigrati
ROMA - «I bambini di oggi sono stressati, dopo tante ore a scuola vengono sballottati tra palestra, inglese, un corso dopo l´altro. Secondo me, per fare i programmi basterebbero anche meno ore ma comunque il tempo pieno deve restare: è un´esigenza fondamentale di molti genitori che lavorano».
Più possibilista nei confronti del progetto del ministro dell´Istruzione è Carla Alfano - nessuna parentela col guardasigilli - direttore didattico della scuola media Alfieri ed elementare Della Rovere dove studiano 700 tra bambini e ragazzi.
Giusto ridurre le ore in classe?
«Guardi, se si parla di bambini io credo che per la loro preparazione basterebbe la mattina a scuola e il pomeriggio sarebbe meglio passarlo coi genitori a casa a studiare, o a giocare».
E chi lavora?
«Appunto, il tempo pieno è un´esigenza fondamentale dei genitori che lavorano e deve restare, anche se troppo spesso gli insegnanti finiscono per fare i badanti. A loro sono demandati troppi compiti che dovrebbero assolvere direttamente le famiglie, la società».
Come valuta i tagli?
«Non mi è chiaro il disegno del governo, so però da tecnico che bisogna fare ordine, razionalizzare perché nella scuola si spende troppo per risultati non adeguati sia nell´educazione che nel supporto a chi ha un handicap o agli studenti immigrati. E so anche che in passato, non importa di che colore fosse il governo, i tagli sono stati fatti troppo spesso a caso, dimenticando gli aiuti, il sostegno a chi è in difficoltà».
(c. p.)
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