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Repubblica: Facoltà come scegliere: tre rivoluzioni scientifiche per la ricerca

«Nella vita conta di più l´immaginazione che la conoscenza». Sono parole di Albert Einstein

04/07/2006
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la Repubblica

PUNTI DI VISTA

Umberto Veronesi

«Nella vita conta di più l´immaginazione che la conoscenza». Sono parole di Albert Einstein, genio e icona delle scienze cosiddette "esatte". Mi piace ricordarle quando penso allo spirito scientifico, per sottolineare che la scienza non è un corpus rigido di nozioni ma è un modo libero e sempre nuovo di pensare e di interpretare la realtà che ci circonda ed è dunque lo strumento per eccellenza per immaginare, per dirla con Einstein, il proprio futuro. Per questo credo sia importante che i giovani scelgano la scienza. Oggi è innegabile che ci sia una diffusa avversione a tutto ciò che viene dal pensiero scientifico. Si crede di più agli oroscopi e alla New Age e meno a coloro che studiano e si impegnano per migliorare la vita umana, per debellare malattie o per svelare i misteri dell´universo e della vita. Ma perché la gente non ha più fiducia nella scienza e perché i ragazzi non la vivono più come ansia di superare i limiti e desiderio di scoprire se stessi e l´ignoto? È chiaro che in questi ultimi dieci-vent´anni la scienza ha progredito così rapidamente da creare una sorta di disagio nella gente. Si è formato un divario tra gli obiettivi della scienza e della tecnologia e il livello di consapevolezza della popolazione, che è rimasta disorientata davanti all´incalzare delle novità. Aree di sviluppo come l´informatica, le telecomunicazioni e le biotecnologie, semplicemente non esistevano solo trent´anni fa. Non solo la gente comune, ma tutta la società è disorientata: i politici non sanno come includere il progresso scientifico nei loro programmi, i giuristi e bioetici non sanno quali regole proporre e il mercato non riesce a tener testa all´innovazione.
Il risultato è che non c´è investimento nella ricerca scientifica e senza investimento è impossibile attrarre i giovani. È vero che oggi la carriera per un giovane ricercatore è una strada in salita e che negli ultimi anni il Paese non si è preoccupato di creare sbocchi professionali adeguati, impoverendo i nostri centri di eccellenza della forza di creatività dei nostri giovani. Ma domani potrebbe essere diverso perché per uscire da questo circolo vizioso abbiamo un mezzo molto forte: la cultura. C´è in Italia un ampio movimento culturale a favore della cultura scientifica che sta gradatamente coinvolgendo scienziati manager, imprenditori, politici, intellettuali. Ci aspettano tre grandi rivoluzioni scientifiche che domineranno i prossimi decenni: quella informatica, quella dei nuovi materiali e quella biologica. Tutte e tre modificheranno profondamente i modi del pensare e dell´agire, ma soprattutto la rivoluzione biologica ha bisogno di essere compresa e indagata perché la conoscenza del Dna apre orizzonti immensi. La postgenomica cambierà il modo di curare le malattie e altre scienze disegneranno il mondo futuro sotto il profilo dell´energia, delle risorse, dell´economia, della zootecnia, dell´agricoltura. La società attuale che vive, più o meno consapevolmente, questa svolta epocale della civiltà, credo abbia una grande opportunità per rilanciare il ruolo dell´Italia nello scenario internazionale, che fa senza alcun dubbio perno sull´innovazione scientifica. Tutti i giovani alle soglie dell´università possono, se vogliono, avere un grande ruolo in questo disegno.


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