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Repubblica-Fabiani: "Così il governo lascia l'università allo sbando

Dura polemica del rettore di Roma Tre: "Un insieme sgangherato di norme che duplica il numero degli idonei rispetto alle esigenze degli atenei" Fabiani: "Così il governo lascia l'università all...

29/09/2005
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la Repubblica

Dura polemica del rettore di Roma Tre: "Un insieme sgangherato di norme
che duplica il numero degli idonei rispetto alle esigenze degli atenei"

Fabiani: "Così il governo lascia l'università allo sbando"

di CRISTINA NADOTTI

ROMA - Non lascia spazio ai dubbi il giudizio del rettore di Roma Tre, Guido Fabiani, sulla riforma dello stato giuridico. "Questo è un insieme sgangherato di norme, che tutto prospetta tranne una riforma". Come membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Rettori, con Delega alla Valutazione e alle Risorse, Fabiani si sofferma sugli aspetti del decreto legge che dovrebbero, secondo il ministro Moratti, "garantire nel contempo criteri di selezione e di merito". "Non vedo traccia di avanzamenti per merito - ribatte Fabiani - il decreto elimina la valutazione, il sistema delle idoneità duplica il numero degli idonei rispetto alle esigenze".

Ancora una volta ci si sofferma sul ruolo della ricerca: "Il tempo pieno dei professori è stabilito solo sulla docenza, non c'è alcun riferimento alla ricerca - dice Fabiani - anche in questo campo il decreto lascia tutti i problemi aperti, come e più di prima. Così, insomma, si lascia l'università allo sbando".

Quella di Fabiani è una delle tante voci, e anche la compattezza del fronte la dice lunga sulla qualità della riforma Moratti: "Tutti si ribellano perché questo decreto legge colpisce la dignità dell'università. E' di una pochezza straordinaria - continua il rettore di Roma Tre - è naturale che chiunque abbia a cuore il suo lavoro si rifiuti di abbassarsi a questi livelli".

Infine il giudizio sui modi scelti dal Governo per far passare la riforma: " Il ministro interrompe il confronto e il dialogo - osserva Fabiani - in una fase importante in cui ciascuno cercava di dare il suo contributo per il miglioramento del disegno di legge e lo stato dell'università. Si tratta di una fatto grave - conclude - perché parliamo dei fondamenti del sistema universitario".


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