ROMA - «Se le cose non cambiano, andremo allo sciopero generale di tutta la scuola». Lo ha annunciato nel corso del suo intervento alla manifestazione della Cgil contro la politica economica del governo il segretario generale Guglielmo Epifani, auspicando che la mobilitazione sia unitaria, ma avvertendo che la Cgil andrà avanti anche «non unitariamente». E la Cisl non ci sta: il segretario nazionale Raffaele Bonanni accusa la Cgil di voler distruggere l´unità sindacale. Lo sciopero, ha spiegato Epifani, ha l´obiettivo di «contrastare le politiche dei tagli e la controriforma del Governo». «Così non va» ha detto Epifani parlando dei servizi pubblici per i quali «paghiamo di più per avere di meno e favorire la sanità e la scuola privata». Il leader della Cgil ha criticato le recenti misure del ministro dell´istruzione Gelmini: «Come si fa a dire che i bambini meno stanno a scuola e più imparano? Capirei per i liceali e per gli universitari, ma in quale testo di pedagogia è stato prelevato questo concetto? È questa - ha concluso Epifani - la funzione della scuola primaria? Perché distruggerla?».
Anche la Uil tenta di ricucire lo strappo. «La via da seguire è una forte e unitaria azione sindacale per affrontare i problemi complessi che ci sono, ottenere risultati e garantire tutele al personale». Lo sottolinea in una nota il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, annunciando che la Uil Scuola ha inviato una lettera ai segretari generali dei sindacati della scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals e Gilda per discutere insieme come affrontare il negoziato e le iniziative di sostegno.
Ma la Cgil non ha perso la speranza di arrivare ad una mobilitazione unitaria. «Stiamo lavorando insieme agli altri sindacati ad una grande manifestazione nazionale e, in assenza di riscontri reali, chiederemo a tutti di arrivare allo sciopero generale». Lo afferma il segretario generale nazionale della Flc, Mimmo Pantaleo, nel corso della manifestazione di Brindisi "Diritti in piazza" della Cgil, a cui hanno partecipato circa 2.500 persone.
Il ministro dell´Istruzione, Mariastella Gelmini, dice Pantaleo, «pensa di poter destrutturare l´intero sistema della scuola pubblica cancellando le esperienze più significative, a partire dalla scuola dell´infanzia, accentuando le disuguaglianze e tornando alle vecchie divisioni di classe». Per contrastare queste scelte, annuncia il segretario, «chiederemo a tutti i protagonisti, operatori della conoscenza, studenti e genitori di scendere in piazza con noi».
E sono scesi in piazza anche i "fratelli maggiori": l´Unione degli studenti universitari si è mobilitata «per difendere l´università e il sistema formativo italiano, ma anche contro queste misure che rendono il lavoro più precario e meno sicuro, per difendere il potere d´acquisto dei salari, per chiedere investimenti sulle infrastrutture, sulla sanità, sugli enti locali, sul welfare. Insomma per chiedere che questo Paese investa sul suo futuro e che tuteli i suoi cittadini».
Per l´Unione degli Universitari questo «non è che il primo appuntamento in piazza di un autunno che la vedrà protagonista di molte proteste e mobilitazioni per impedire a questo Governo di distruggere le nostre speranze di studenti oggi e di lavoratori di domani».
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