Repubblica: Ecco i numeri sulle assenze per malattia nel pubblico impiego che Confindustria ha elaborato dalle tabelle del Tesoro. Ma i sindacati li contestano
Epifani: quei dati sono confusi. Nicolais: uno sport sparare sui travet
Al top Difesa, Regione Lazio e Inpdap
Dossier
Tra i più virtuosi: la provincia di Cremona (un solo giorno di non- lavoro)
Secondo la Ragioneria però nel 2005 le assenze medie sono scese a 19 giorni l´anno
LUISA GRION
ROMA - Lui dice che se ne stanno troppo tempo a casa e che vanno troppo a spasso, anche per 60 giorni l´anno. Loro rispondono che quei dati sono finti, che le assenze di lavoro hanno un´unica normativa nel settore pubblico come in quello privato e che comunque sia, qui si parla di una media salariale che - quando va bene - arriva a 1.300 euro al mese.
Imprese e burocrazia, si sa, non si sono mai amate. Ma i dati sulle scrivanie vuote sventolati ieri da Luca di Cordero di Montezemolo, leader degli industriali, hanno riacceso le luci sulla polemica degli «statali fannulloni». Confindustria ha fatto le pulci a ministeri (22 giorni a testa medi all´anno di malattia alla Difesa), agli enti locali (25,9 giorni di «sofferenze» a dipendente per la provincia di Reggio Calabria) e alle regioni (Lazio al top con più di 21 assenze) quantificando il danno subito dal paese per la vocazione al malessere del pubblico impiego e annunciando che i giorni di assenza del settore pubblico sono in media il 30 per cento in più che in quello privato.
Non che manchino le eccellenze: a Cremona per esempio, la media di assenza per malattia in provincia è di un giorno a testa, a Siracusa di due, ammettono gli industriali. Ma la corsa al certificato medico, che non fa grandi distinzioni fra gli statali del Sud e quelli del Nord e che riguarda in modo predominante le donne, è responsabile - secondo Montezemolo - di parte dei ritardi italiani.
Dati e accuse che il sindacato respinge. Le uniche cifre che Cgil, Cisl e Uil sono disposte ad accettare sono quelle fornite dal «Conto annuale» della Ragioneria generale dello Stato che fotografa i giorni di malattia medi del pubblico impiego a 18,71 l´anno. «La ricerca è riferita al 2005 - spiega Michele Gentile - coordinatore della Funzione Pubblica Cgil - ma la media da qualche anno a questa parte è in costante calo». Guglielmo Epifani, leader della Cgil ha pochi dubbi: «Montezemolo ha fatto confusione, ha messo assieme cose diverse - ha detto - L´assenteismo va combattuto: noi siamo pronti ad affrontare la questione, il governo si muova e Confindustria collabori invece di parlare». E se il numero due dell´associazione industriali rincara la dose e dice che «gli italiani sono più scioperaioli e cagionevoli dei loro colleghi europei», il leader della Cisl Bonanni ritiene che la sparata di Confindustria sia una «iperbole sbagliata» conseguenza della delusione subita dalla categoria «per la cancellazione da parte del governo degli incentivi alla rottamazione». E il collega Angeletti, leader della Uil invita piuttosto le imprese «ad occuparsi dei salari».
Ma a spezzare una lancia a favore del settore pubblico sono stati anche due ministri del governo. Per il titolare della Funzione Pubblica Nicolais «ormai attaccare il settore è uno sport nazionale, le sacche di assenteismo ci sono, ma il problema non riguarda solo la pubblica amministrazione: dobbiamo introdurre nel nostro Dna la cultura della valutazione». Paolo Ferrero titolare della Solidiarietà ha rovesciato la medaglia : «Il vero scandalo - ha detto - sono gli stipendi d´oro dei manager».