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Repubblica: Di padre in figlio nei posti di potere quando i medici diventano casta

Primari affiancati da parenti, concorsi spesso vinti da "casate" di professionisti. Da Firenze a Palermo

13/09/2007
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la Repubblica

IL CASO
i protagonisti

Per evitare polemiche in Sicilia due membri della commissione ai quiz sono stati sostituiti: tra i candidati c´erano loro familiari
VLADIMIRO POLCHI

ROMA - Le colpe dei padri non ricadono sui figli, ma i posti di lavoro sì. Raramente negli uffici gli stessi cognomi sono solo una coincidenza: più spesso sono figli, nipoti, mogli che ereditano da padri, zii e mariti un buon incarico. La chiamano "parentopoli": una mala pianta che tra ospedali pubblici e università di medicina ha messo salde radici. Come dimostra tra l´altro lo scandalo-test di questi giorni: figli di medici, che entrano all´università grazie a quiz truccati.
Che il nepotismo sia ben radicato nel Bel Paese è risaputo. Una pratica diffusa in tutti gli ambienti, che fa notizia soprattutto quando ha a che fare con la salute pubblica degli italiani. La casistica è ricca e ben distribuita sul territorio nazionale. Tutto legale, sia ben chiaro, e spesso alla luce del sole.
A Roma, per esempio, è sempre in auge la "casata" di Giovanni Dolci, autorevole ordinario di clinica Odontostomatologica. Una saga universitaria che parte dalla facoltà di Odontoiatria della Sapienza e si dirama anche fuori della capitale. A cominciare dalla figlia Chiara Dolci, odontoiatra e assistente di Odontoiatria all´ospedale Bambino Gesù di Roma e da Davide Sarzi Amedè, marito di Chiara e professore associato di malattia Odontostomatologica alla II facoltà di Medicina della Sapienza Sant´Andrea. Poi c´è il figlio Alessandro Dolci, professore associato presso l´Università di Tor Vergata. Alessandra Marino, moglie di Alessandro, è invece ricercatore alla II facoltà di Medicina della Sapienza Sant´Andrea. L´altro figlio, Federico Dolci, laureato in Odontoiatria, si è trasferito a Tor Vergata per iniziare la sua carriera. E ancora: Livio Gallottini, nipote di Dolci e professore associato di Odontoiatria conservativa alla Sapienza di Roma e un altro figlio, Marco Dolci, ordinario all´Università di Chieti. Tutti entrati - va detto - attraverso concorsi ineccepibili.
E in tema di concorsi, il 4 settembre scorso a Palermo sono stati sostituiti due membri della commissione che doveva valutare i test d´ingresso a medicina, perché tra i candidati c´erano loro parenti. «Si tratta di un fatto fisiologico, che avviene quasi ogni anno - spiega il preside di Medicina, Elio Cardinale - il nostro è stato un atto dovuto e in direzione proprio della trasparenza». A proposito: i candidati erano 2.123 per 250 posti, da ripartire tra le sedi universitarie di Palermo e Caltanissetta.
C´è poi Firenze, dove i vertici della facoltà hanno quasi tutti eredi. La figlia del preside di Medicina, Gianfranco Gensini, internista e cardiologo, lavora in ospedale; quella del prorettore Calogero Surrenti, gastroenterologo, si occupa addirittura della stessa disciplina. Lavora a Careggi anche la figlia di uno dei più importanti ricercatori italiani nel campo dell´immunologia, Sergio Romagnani. Ci sono poi figli di medici e professori passati dall´ospedale e oggi in pensione, come i primari ospedalieri di medicina Carlo Nozzoli e Alessandro Morettini e quello universitario di chirurgia Francesco Tonelli.
A Napoli sono addirittura una ventina i figli di genitori illustri che occupano la poltrona che fu di papà. Eclatante il caso Motta con due esempi in famiglia. Gaetano è ordinario di Otorinolaringoiatria al Secondo Ateneo e il fratello Sergio è professore associato nella stessa disciplina alla Università Federico II. Entrambi sono figli di Giovanni, oggi professore emerito e fino a qualche anno fa ordinario nella stessa sede universitaria. La nomina di Gaetano è stata al centro di un´inchiesta giudiziaria per le modalità che avrebbero consentito ai rampolli di alcuni famosi docenti in varie facoltà italiane di arrivare pur giovanissimi (Motta junior a soli 32 anni) a occupare il più alto ruolo accademico. Una carriera rapida, secondo le accuse, decisa a tavolino da professori universitari, che avrebbero fatto parte della commissione esaminatrice.
Al Policlinico di Bari, infine, sono tanti i figli che decidono di seguire la carriera del padre. È il caso del preside Antonio Quaranta e del figlio Nicola, tutti e due nello stesso dipartimento. Stessa situazione a medicina interna, dove Riccardo Giorgino ha passato a suo figlio Francesco la direzione della clinica o a urologia dove Arcangelo Pagliarulo e suo figlio Vincenzo sono gli unici due professori universitari.


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