Repubblica-Dall'assemblea alla Sapienza la proposta di una giornata di sciopero nazionale dalle materne alle università
Dall'assemblea alla Sapienza la proposta di una giornata di sciopero nazionale dalle materne alle università Atenei, il giorno della rivolta Rettorati occupati in tutta Italia contro il...
Dall'assemblea alla Sapienza la proposta di una giornata di sciopero nazionale dalle materne alle università
Atenei, il giorno della rivolta
Rettorati occupati in tutta Italia contro il disegno di legge Moratti
Proprio ieri il ddl sullo stato giuridico dei docenti è stato firmato dal Capo dello Stato
MARIO REGGIO
ROMA - Rettorati occupati. Assemblee in tutti gli atenei. Ricercatori, professori e studenti mobilitati contro il disegno di legge delega che riforma lo stato giuridico dei docenti, presentato dal ministro Moratti e firmato ieri dal Presidente della Repubblica.
Il cuore della protesta batte alla Sapienza di Roma. E ieri, come lo scorso 17 febbraio, l'Aula Magna del più grande ateneo d'Europa ha fatto da scenario ad una affollatissima assemblea. Al termine degli interventi, due le decisioni importanti: la lotta continua fino al ritiro del provvedimento, la protesta deve uscire dalle aule universitarie, quindi una grande manifestazione nazionale il prossimo 26 marzo che coinvolga studenti, professori e genitori dalla materna all'università. "Solo un mese fa eravamo una cinquantina di carbonari che si riunivano in una piccola aula qui accanto - ha esordito un ricercatore - adesso il movimento è diventato un fiume in piena. L'unità che si è creata con gli studenti deve continuare fino a che il governo non sarà costretto a ritirare il decreto che umilia l'università pubblica e rende precari a vita decine di migliaia di ricercatori". Un intervento sottolineato da un applauso scrosciante e prolungato. E non sono mancate polemiche contro la puntata di "Ballarò" andata in onda su Rai 3 martedì sera. Il contraddittorio con il ministro Moratti è stato infatti sostenuto dalla diessina Giovanna Melandri, ritenuta non abbastanza preparata sui problemi della scuola e dell'università. Ma l'obiettivo principale della protesta resta il ministro dell'Università. "La Moratti è determinata a portare avanti un disegno di legge che penalizza l'università pubblica e i ricercatori - ha affermato il prorettore della Sapienza Gianni Orlandi - incrementando la precarizzazione. Questa riforma spezza il collegamento tra università e ricerca, trasformando gli atenei in semplici superlicei per la preparazione di massa degli studenti, ma senza eccellenza". Commenta il leader dei Cobas Piero Bernocchi: "Oggi c'è la possibilità di realizzare un'unità sostanziale, perché i lavoratori dell'università risultano ancora più precarizzati di quelli della scuola e c'è un generale rifiuto del concetto della scuola-azienda e dell'istruzione come merce, un percorso iniziato dal centrosinistra". Per Flaminia Saccà, responsabile Ricerca dei Ds, "Non è possibile accettare 29 anni di precariato spinto. I conti sono presto fatti: 3 o 4 anni di dottorato, 4 anni da assegnista, cinque più cinque di ricercatore a contratto, 3 più 3 di associato a contratto, ed altri 3 più tre di ordinario a contratto. La nostra battaglia deve proseguire con forza in Parlamento, in piazza, nelle università". E tutti gli atenei hanno risposto all'appello. A Palermo studenti e docenti si sono presentati con un cartellino listato a lutto sul petto: no al ddl Moratti. Assemblee affollate e mozioni contro il ministro a Bologna, Modena e Reggio Emilia. Rettorati occupati a Milano, Torino, Genova, Padova, Pisa e Cagliari. Bloccata Ca' Foscari a Venezia, dove all'assemblea ha partecipato anche il rettore Pierfrancesco Ghetti. In serata la replica del ministro Moratti: "A chi ha protestato chiedo di avere fiducia: stiamo lavorando per una università più giovane e dinamica, più qualificata ed europea".