ROMA - La norma «salva precari» è passata ieri in Consiglio dei ministri e verrà inserita nel decreto Ronchi che riguarda le politiche comunitarie. L´opposizione parla di una gigantesca truffa. La maggioranza degli assessori regionali all´Istruzione si dichiara contraria al provvedimento e chiede che l´intera faccenda venga discussa dalla Conferenza Stato-Regioni. Ma nel frattempo quattro Regioni hanno accettato il diktat del governo: Lombardia in testa, seguita da Sicilia, Sardegna e Campania.
Quanti sono i precari che dovrebbero «godere» della nuova normativa? I numeri ballano. C´è chi parla di 16 mila, chi di 10 mila, al ministero della Pubblica Istruzione hanno optato per la media matematica: 12-13 mila.
Cosa dice la norma? I supplenti che lo scorso anno scolastico hanno avuto un contratto annuale potranno essere chiamati per effettuare le supplenze brevi, vale a dire quelle superiori a 15 giorni. Alla fine dell´anno scolastico, che inizierà dal 14 settembre, avranno un aumento di punteggio nelle graduatorie permanenti come se avessero insegnato per tutto l´anno. Ma chi pagherà? I soldi usciranno dalle casse dell´Inps. Ma attenzione. La copertura sarà di 8 mesi per chi ha meno di 50 anni e di 12 per gli over 50. E non basta. L´indennità di disoccupazione sarà il 60 per cento della retribuzione per i primi 6 mesi, del 50 per il sesto e settimo e del 40 per cento per gli ultimi 4 mesi. L´indennità verrà sospesa per tutti i giorni nei quali l´insegnante verrà chiamato dalla scuola per una supplenza breve. E chi pagherà? Le scuole. Piccolo problema: lo scorso anno molti istituti hanno avuto non pochi problemi a rimediare i soldi per saldare il conto. E se il supplente «fortunato» viene chiamato per un paio di mesi durante l´anno? Allora toccherà alle Regioni integrare la differenza. Con quali soldi? Semplice. Quelli di cui dispongono per potenziare l´offerta formativa, combattere la dispersione scolastica, l´orientamento scolastico. E se non accetteranno il progetto del governo? Chiaro. Se la vedranno con i precari che dovranno tirare avanti con la metà o meno del già scarso stipendio. E nel 2010 ci saranno le elezioni regionali.
Il provvedimento vale solo per il prossimo anno scolastico. Poi scatteranno i nuovi tagli previsti dalla finanziaria Tremonti.
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