Repubblica: "Da vent´anni rincorro il sogno di una cattedra"
Lo sfogo di Filippo, supplente cinquantaduenne siciliano
L´INTERVISTA
Ci si sente in balia del destino...Non so se ce la farò mai ad entrare di ruolo
ROMA - «Ci sentiamo in balia del fato...». È lo stato d´animo di chi per anni è andato alla disperata ricerca di una cattedra fissa senza riuscirvi. Filippo Greco, 52 anni, insegna come supplente fino al 30 giugno all´istituto alberghiero di Cefalù, in provincia di Palermo.
Da quanti anni è alla ricerca di una cattedra fissa?
«Da quasi venti».
Come ha iniziato?
«Come quasi tutti i miei colleghi, con la scuola privata. Lavoravo per la gloria e per il punteggio: niente stipendio e pochissimi contributi, ma è una strada obbligata. Poi le prime supplenze brevi nella scuola statale».
Cosa insegna?
«La mia materia è Diritto, Economia e Scienza delle finanze negli istituti tecnici commerciali ma da qualche anno insegno ai disabili».
Come mai questo cambio di rotta?
«Sulla mia classe di concorso le speranze si affievolivano e mi sono dedicato al sostegno».
Lei ha quindi due abilitazioni?
«È il minimo per un precario. Ci sono colleghi con quattro, cinque abilitazioni».
Com´è la vita del precario?
«Oggi sei in una scuola e domani non sai se riesci a lavorare e dove. Ci si sente in balia del fato. Avremmo dovuto essere immessi in ruolo almeno dieci anni fa. Poi è subentrata una serie di cambiamenti nelle graduatorie permanenti, con incertezza e confusione crescenti. E con la nuova modifica in vista, per il prossimo anno non sappiamo chi salirà e chi scenderà in graduatoria».
Com´è il rapporto con gli alunni?
«La cosa più brutta è non sapere cosa rispondere ai ragazzi che ti chiedono: il prossimo anno la rivedrò?».
Ha girato parecchie scuole nel corso della sua carriera?
«Almeno una quindicina e ogni volta occorre iniziare tutto daccapo».
In questo continuo girovagare quale rapporto si riesce ad instaurare con i colleghi?
«Se hai personalità i colleghi ti rispettano ma anche in loro c´è una specie di rassegnazione. Nella scuola si dovrebbe lavorare in team e con programmazioni di 3/5 anni. Come si fa sapendo che resterai magari solo un anno?».
Ma, secondo lei, si può risolvere il problema del precariato nella scuola?
«Basterebbe trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Lo Stato risparmierebbe 9 milioni di euro all´anno».
Lei ha un incarico fino al 30 giugno. E dopo?
«Ci si arrangia».
Come vede il futuro?
«Non ho molte certezze: non so se ce la farò mai ad entrare di ruolo».
(s.intr.)