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Repubblica: Corsi di recupero, è caos nelle scuole

Incognita debiti per 4 studenti su 10. Più difficile formare le classi

06/05/2008
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la Repubblica

Mancano soldi e professori per le lezioni in più a chi finisce l´anno con insufficienze

FRANCO VANNI

Si avvicina la data che i presidi temono fin dal primo giorno di scuola: la partenza dei corsi di recupero estivi per gli studenti insufficienti. Un esercito di ragazzi che a partire dal 20 torneranno a scuola al pomeriggio per fare lezioni extra, nella speranza di colmare le lacune in vista degli esami di riparazione a settembre. Ci si aspetta che a dover frequentare almeno un corso sarà il 40% degli studenti, quanti erano al primo quadrimestre (ma negli istituti professionali stando ai dati diffusi dal provveditorato si arrivava a punte dell´80%). E qui viene il problema: per fare i corsi pomeridiani servono docenti, ma a giugno oltre la metà dei professori sarà impegnata con gli esami di maturità. La soluzione per le scuole è pagare supplenti ad hoc, ma nella maggioranza dei casi i fondi dati dal ministero a inizio anno non bastano. Insomma, un caos.
Giorgio Castelllari, preside dello scientifico Vittorini, fa il conto: «Io ho 82 professori, oltre 50 saranno occupati per la maturità, me ne restano 30 ad andar bene. Ma solo in teoria, perché nessuno li obbliga ad accettare di tenere i corsi». Risultato: toccherà chiamare gli esterni. «Ma ogni docente extra costa alla scuola 50 euro l´ora - spiega il preside dello scientifico Donatelli-Pascal Antonio Arrigoni - e noi per tutti i recuperi delle classi terze e quarte abbiamo appena 4mila euro». Messi alle strette dall´incombere dello scrutinio finale, molti presidi ora si scagliano contro il recupero estivo. Persino il preside del Berchet Innocente Pessina, che a inizio anno si era detto favorevole alla riforma del ministro Fioroni, deve constatare che «così come sono stati progettati, i corsi presentano troppi problemi. Oltre alla difficoltà di reperire i docenti, ce n´è un´altra peggiore: fino a settembre non si sa chi è stato promosso e chi no e di conseguenza, non conoscendo il numero degli iscritti, non sapremo quanti insegnanti servono per coprire le classi». Fino allo scorso anno la richiesta di docenti al provveditorato veniva fatta dalle scuole già a febbraio, eppure a settembre ci si ritrovava comunque con cattedre vuote. «Ora il problema di coprire i posti si trascinerà nell´autunno», prevede Pessina. E i colleghi confermano.
Dal punto di vista organizzativo i corsi estivi sono un incubo. Per Michele Delia, preside allo scientifico Vittorio Veneto, «siamo tutti d´accordo, anche i professori lo dicono: se si volevano ripristinare gli esami a settembre, lo si doveva fare, punto e basta. Questi corsi lasciano il tempo che trovano». Il collega Antonio Arrigoni rilancia: «Nel tempo che ci rimane da qui a giugno vedremo di organizzare i recuperi, ma il dato su cui riflettere è un altro: come è possibile che uno studente su due abbia insufficienze? Piuttosto che fare corsi estivi bisognerebbe forse ripensare la didattica nel suo insieme». Di questo dovrà occuparsi il nuovo ministro dell´istruzione. Chiunque sarà, sembra che come primo provvedimento potrebbe abolire per il futuro proprio i tanto contestati recuperi.


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