Repubblica-Copyright sulla parola scuola

IL CASO
Una norma varata dalla maggioranza la riserva agli istituti pubblici e parificati
Copyright sulla parola scuola

ROMA - Sulle scuole private doc, quelle che non chiedono soldi allo Stato e che non hanno fatto domanda di essere accreditate come paritarie, cala la mannaia della maggioranza. Non potranno più utilizzare la parola "scuola". Lo prescrive una norma, passata nel silenzio, nel decreto "omnibus" modificato dal Senato e approvato ieri dalla Camera. Il comma 4 recita: "Le sedi e le attività d'insegnamento che non presentino le condizioni previste non possono assumere la denominazione di scuola". A farne le spese saranno in primo luogo quelle che seguono il metodo Montessori, anche se non sono statali, e gli istituti steineriani. Quali sono le condizioni previste dalla legge? L'adeguamento all'ordinamento scolastico italiano, vincoli sulla gestione del personale e complesse procedure amministrative.
"Ad un'interpretazione pedante di questa legge, e in Italia non mancano gli "azzeccagarbugli" - commenta Walter Tocci, deputato Ds - non si potrà più scrivere in un avviso pubblico "scuola di cinema, o "scuola di cucito", oppure "scuola di sci" e così via. Con esiti chiaramente paradossali". Perché è stata approvata una norma così? "Anche questa è una legge ad personam - risponde Tocci - vogliono disporre di uno strumento che consenta alla Moratti, che speriamo non diventi sindaco di Milano, di chiudere la scuola islamica, oggetto di tante polemiche".
(ma.re.)