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Repubblica-"Contratto statali prima del voto" Follini e Alemanno contro Maroni

Il pressing della Cisl spacca il governo. Il Carroccio: non accetteremo 105 euro di aumento "Contratto statali prima del voto" Follini e Alemanno contro Maroni Pezzotta: chiudere in p...

27/03/2005
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la Repubblica

Il pressing della Cisl spacca il governo. Il Carroccio: non accetteremo 105 euro di aumento
"Contratto statali prima del voto" Follini e Alemanno contro Maroni
Pezzotta: chiudere in pochi giorni. La Lega: richieste troppo alte
LUCIO CILLIS


ROMA - I sindacati chiedono la chiusura del contratto del pubblico impiego e il governo si divide. Ai dubbi del ministro del Welfare, Roberto Maroni, convinto che i 105 euro richiesti siano una concessione "eccessiva e pericolosa per i conti pubblici", si contrappongono le aperture del vicepremier Marco Follini e del ministro Gianni Alemanno, certi di una "rapida chiusura" della vertenza. L'esecutivo "si deve dare una mossa", ha detto ieri senza mezzi termini il leader della Cisl, Savino Pezzotta. Nel mirino il rinnovo del contratto degli statali, "tema sul quale si è buttato via fin troppo tempo".
"Bisogna chiudere prima delle elezioni - ha precisato Pezzotta - occorre che il governo si dia una mossa visto che ormai ci sono tutte le condizioni per il rinnovo". Dal segretario generale Cisl è partito anche un monito, nel caso di ulteriori ritardi nella soluzione della vertenza: "Se non si rinnova il contratto - ha aggiunto - siamo di fronte ad un problema che non riguarda più solo il pubblico impiego, ma il diritto stesso alla contrattazione. Alla fine uno comincia a pensare che non sia più una questione di risorse, ma politica. E allora si pongono problemi più pesanti...".
Pronta la replica del ministro del Welfare Roberto Maroni, convinto che le richieste del sindacato possano mettere a rischio i conti pubblici: "Non c'è nessun problema politico - ha spiegato - come in tutti i contratti c'è una trattativa in corso, tra il datore di lavoro, che in questo caso è il governo e i sindacati, che si è bloccata". Per Maroni "si tratta solamente di un problema relativo al quantum e la politica non c'entra niente. Ma di certo, non si può chiudere a 105 euro" ovvero la richiesta messa sul tavolo negoziale. La trattativa, secondo il ministro del Welfare, è giunta ad un punto morto proprio "a causa delle richieste eccessive del sindacato". Secondo Maroni, quindi non è pensabile di caricare ulteriormente la spesa pubblica come chiedono i sindacati: "Se si continuano a chiedere aumenti incompatibili con lo stato attuale delle finanze, il contratto non si chiude...".
Di tutt'altro avviso il vicepremier Follini, che tende, invece, la mano al sindacato: "Il contratto del pubblico impiego va chiuso. E concordo con Pezzotta sul fatto che sarebbe una buona idea quello di chiuderlo già nei prossimi giorni". Follini, pur non entrando "nel merito delle percentuali" non "vede" "una distanza abissale tra le richiesta sindacali e le cifre del governo. Con la buona volontà di tutti - ha concluso - non dovrebbe essere così difficile comporre il divario".
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento del ministro per le Politiche Agricole, Alemanno: "Sul contratto per il pubblico impiego - ha detto facendo un passo avanti - c'è la volontà politica di chiudere quanto prima. Ed è giusta, oltre che legittima, la richiesta dei sindacati di fare presto, anche prima delle regionali". Infatti, già mercoledì prossimo sia Gianfranco Fini che Mario Baccini incontreranno gli statali, mentre sarà il Consiglio dei ministri a discutere collegialmente della questione la settimana successiva al voto.


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