Repubblica-Classi unisex a scuola? Promosse
Stati Uniti pronti a modificare la legge che proibiva le discriminazioni sessuali in aula. In Italia il dibattito è aperto Classi unisex a scuola? Promosse La scienza: maschi e femmine troppo ...
Stati Uniti pronti a modificare la legge che proibiva le discriminazioni sessuali in aula. In Italia il dibattito è aperto
Classi unisex a scuola? Promosse
La scienza: maschi e femmine troppo diversi, meglio separarli
Le ragazze spesso più diligenti e mature E i ragazzi per reazione diventano svogliati
CLAUDIA DI GIORGIO
ROMA - Classi miste? No grazie: meglio tornare all'istruzione separata, con gli alunni divisi per sesso. Ai primi di marzo, il dipartimento per l'educazione degli Stati Uniti ha annunciato di voler modificare l'applicazione del "Title IX", la norma, varata nel 1972, che proibiva la discriminazione sessuale nei programmi scolastici finanziati con denaro federale. Amministrazioni scolastiche e genitori potranno quindi scegliere se organizzare classi miste (la cosiddetta "coeducation") oppure classi "single sex". Mentre lo tsunami della riforma Moratti si prepara ad abbattersi sulla scuola italiana, questa può apparire una provocazione neoconservatrice. Invece, è una proposta sostenuta da persone di ogni colorazione ideologica (la difende, ad esempio, Hillary Clinton), e che si basa su uno tra i risultati più importanti dei recenti progressi delle neuroscienze: le differenze tra uomini e donne cominciano anzitutto dal cervello.
A dirlo è ormai una montagna di dati scientifici, che sottolineano differenziazioni sessuali sia a livello di strutture anatomiche sia di funzionamento. E poiché questa diversità sembra determinata in gran parte dagli ormoni, che intervengono già in età prenatale a "virilizzare" o "femminilizzare" il cervello, non stupisce che anche la maturazione delle capacità cognitive avvenga in modi e in tempi diversi, e che questo risulti particolarmente evidente negli anni della pubertà.
Sono ormai centinaia le ricerche che dimostrano che gli stili e i ritmi di apprendimento di ragazzi e ragazze sono molto distanti tra loro: non migliori o peggiori, semplicemente diversi. Di conseguenza, un insegnamento che li tratti come se fossero identici, utilizzando la stessa strategia didattica e pretendendo lo stesso tipo di rendimento, va a svantaggio di entrambi.
Attenzione: l'idea non è affatto di impartire un'educazione diversa nei contenuti a seconda del sesso, alle ragazze ago e padella e ai ragazzi martello e chiave inglese. È, anzi, l'esatto contrario, poiché l'obiettivo non è di seguire fantomatiche "propensioni innate" verso una materia piuttosto che un'altra, ma di potenziare al massimo le capacità individuali in ogni campo, rispettandone le peculiarità, perché ragazzi e ragazze possano sviluppare al meglio le loro risorse a trecentosessanta gradi. Numerosi studi, inoltre, indicano che le classi miste, anziché eliminare le discriminazioni sessuali, le rafforzano, perché l'insicurezza tipica dei giovanissimi li spinge a uniformarsi maggiormente ai ruoli sociali tradizionali, sia nel comportamento che nella scelta delle materie. I vantaggi, quindi, non riguardano solo la prestazione scolastica, ma lo sviluppo dell'intera personalità.
Secondo le ricerche, nelle classi "single sex", le ragazze si interessano più facilmente alle materie scientifiche, che scelgono quindi più spesso come carriera professionale nella vita, mostrano una maggiore stima di sé e sono più disponibili al dibattito e al contraddittorio.
Ma se le femmine sembrano favorite dalle classi separate soprattutto sotto il profilo dei comportamenti, dal punto di vista strettamente scolastico i più danneggiati dall'educazione mista appaiono i maschi. Che sviluppano più tardi e più lentamente in settori come le abilità linguistiche, che invece sono privilegiate dalla scuola, apprendono più facilmente se lo stile di insegnamento è dinamico anziché libresco, e risentono dell'onnipresenza femminile nel corpo insegnante, che nega loro modelli dello stesso sesso con cui identificarsi. Nel confronto con le coetanee più diligenti e mature non reggono il ritmo, per cui diventano disattenti e svogliati, e spesso restano indietro. Non è un caso, dicono gli esperti, se nelle scuole superiori gran parte della dispersione scolastica riguarda i ragazzi.