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Repubblica: "Cittadinanza per gli immigrati"

Ecco il ddl del governo: basteranno 5 anni per diventare italiani

05/08/2006
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la Repubblica

Diritto di voto. Anche un giuramento per i neoitaliani Stretta sui matrimoni misti
I bambini nati nel nostro Paese acquisiranno la nazionalità automaticamente
L´iniziativa di Amato mette l´Italia in linea con paesi come Inghilterra e Francia
CATERINA PASOLINI

ROMA - Nascere, studiare o avere un lavoro in Italia per anni e restare comunque stranieri. Per migliaia di bambini figli di immigrati regolari e anche per i loro genitori è la realtà. Fatta di code per ottenere ogni anno permessi, di difficoltà burocratiche a caccia di documenti scolastici e medici, prove che testimoniassero il loro passato. Da ora in poi tutto questo potrebbe cambiare, se passerà in Parlamento il disegno di legge presentato dal ministro Amato e approvato ieri mattina dal consiglio dei ministri.
LE NOVITA´ - Cinque anni di residenza, di permanenza regolare, ininterrotta e per gli immigrati regolari sarà possibile chiedere di diventare cittadini italiani. I loro figli minorenni, se nati nel nostro Paese, diventeranno italiani automaticamente, gli altri dietro presentazione di domanda da parte dei genitori. Con questa previsione ci mettiamo in linea con altri paesi europei visto che così già accade, con gli stessi tempi di attesa, in Inghilterra e in Francia, mentre in Germania per la cittadinanza bisogna aspettare otto anni.
I MINORI - Fino ad ora i bambini nati nel nostro paese da genitori stranieri potevano chiedere la cittadinanza solo al compimento del 18 anno dimostrando di aver risieduto in Italia in maniera continuativa. Gli adulti dovevano risiedere regolarmente in Italia per almeno dieci anni prima di poter presentare la domanda.
MATRIMONIO - Il disegno di legge che «taglia» da dieci a cinque gli anni di residenza in Italia il tempo necessario per chiedere la cittadinanza, si occupa anche di chi diventerà italiano non solo per motivi di lavoro e residenza ma anche per matrimonio, ed è la maggioranza delle domande. Così, con un occhio attento ad evitare i fin troppo frequenti sposalizi di interesse, di chi cerca moglie o marito di comodo per diventare italiano, ci saranno maggiori controlli. Tanto che per evitare «imbrogli» si è deciso di «allungare» dai sei mesi attuali a due anni dal giorno delle nozze il tempo per la concessione della cittadinanza.
ESAME DI LINGUA E CULTURA - Il disegno di legge approvato ieri mattina prevede prima di concedere la cittadinanza - in linea con altri paesi europei - anche un esame di lingua e cultura italiana, non si sa ancora se scritto o solo orale con quiz o interrogazioni. Servirà a verificare «la realtà volontà e il reale stato di integrazione dell´aspirante italiano». E si pensa già ad una vera e propria cerimonia solenne, con tanto di giuramento come si vede in tanti film americani, per sancire la «nascita» del nuovo cittadino.
A CHI INTERESSA - Ma quante persone tocca il disegno di legge approvato ieri dal consiglio dei ministri? Se gli immigrati regolari in Italia oggi sono 2milioni 800mila e ogni anno nascono nel nostro paese più di 50mila bambini figli di stranieri, secondo la Caritas quelli che potrebbero voler presentare domanda si aggirano sulle 900mila unità, secondo la comunità di San Egidio circa mezzo milione. Ma al ministero dell´Interno tagliano drasticamente le cifre: si aspettano sulle 20mila domande l´anno. «Non tutti gli immigrati sono interessati ad ottenere la cittadinanza», ripetono e portano a conferma le domande accolte negli ultimi anni: quasi 12mila nel 2004, 30mila l´anno successivo (18mila per matrimonio) mentre nei primi mesi del 2006 sono stati adottati 13.887 provvedimenti. Erano stati 123mila tra il 91 e il 2004.
JUS SOLI E DOMICILII - Tutto più semplice e veloce, tempi più brevi per avere il passaporto, per sentirsi ed essere cittadini italiani a tutti gli effetti. Ma con quali basi legali? Al diritto di sangue, jus sanguinis, motivo principale di cittadinanza sino ad oggi, e allo jus soli, il diritto ad avere la cittadinanza del paese in cui si è nati, il nuovo disegno di legge ha voluto affiancare anche lo jus domicilii, di chi è venuto alla luce dall´altra parte del mondo ma in Italia vive e lavora regolarmente.


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