Repubblica-Che bello sarebbe fare a meno dei voti
Che bello sarebbe fare a meno dei voti LUCIANO CAMPAGNA* Riusciamo a immaginare una scuola senza voti? Niente patema da interrogazioni, niente notti in bianco a fine quadrimest...
![Decrease text size](/images/makeTextSmaller.jpg)
![Increase text size](/images/makeTextBigger.jpg)
Che bello sarebbe fare a meno dei voti
LUCIANO CAMPAGNA*
Riusciamo a immaginare una scuola senza voti? Niente patema da interrogazioni, niente notti in bianco a fine quadrimestre, niente mal di pancia quando arriva il tuo turno, niente musi lunghi dei genitori proprio sotto Natale (neanche una festa si può fare in santa pace!). Al diffondersi della notizia tra gli studenti noteresti facce sorridenti e una sensazione indefinibile di leggerezza, che forse li farebbe alzare di buon umore quella mattina: un sorriso al bidello, baci e abbracci increduli all'ingresso (qualcuno arriverebbe con la sciarpa dell'Inter o del Milan), un bel sorriso ai proff., in particolar modo a quelli che te l'avevano giurata. Per gli insegnanti forse la vita si semplificherebbe, una volta eliminato il motivo del contendere, la madre di tutte le tensioni. Niente più epici scrutini! Per altri sarebbe la fine di un mito, il crollo di un edificio sacro, di una struttura che sulla valutazione è cresciuta. Ma hanno ancora un valore le nostre valutazioni? Quanto peso hanno per gli studenti, per i genitori, per i docenti, quanto per le università e per il mondo del lavoro? E se fossimo già, da un certo numero di anni, dentro una favola di Rodari senza essercene accorti?
*Professore di lettere al liceo classico Beccaria