Repubblica-Cgil: L'Emilia sfida Berlusconi
Epifani e Barbi lanciano una proposta a Errani per andare oltre la buona amministrazione. Raccolte 400 mila firme per i diritti Cgil: "L'Emilia sfida Berlusconi" "Voto agli immigrati, ta...
Epifani e Barbi lanciano una proposta a Errani per andare oltre la buona amministrazione. Raccolte 400 mila firme per i diritti
Cgil: "L'Emilia sfida Berlusconi"
"Voto agli immigrati, tasse per la sanità, scuola fino a 16 anni"
Applausi e strette di mano per la prima volta a Bologna del nuovo leader nazionale
Scuola, sanità, voto agli immigrati, politiche del lavoro: sono i temi sui quali la Cgil chiede alla giunta regionale guidata da Vasco Errani di dimostrare quanto sia differente dal modello Berlusconiano. Il sindacato coglie l'occasione della prima uscita nazionale dell'erede di Sergio Cofferati, vale a dire Guglielmo Epifani, per lanciare proposte al Governatore dell'Emilia Romagna. Un invito a dimostrare come si possa "rilanciare un sistema in crisi difendendo insieme i servizi e i diritti" ha detto il segretario regionale Danilo Barbi.
Barbi annuncia un documento in cui si chiede al centrosinistra di andare oltre la buona amministrazione su scuola, salute, lavoro. Raccolte 400 mila firme per i diritti
"Una legge sull'istruzione con caratteristiche opposte al disegno dei ministro. Allargamento dell'obbligo scolastico a 16 anni"
Applausi e strette di mano per la prima volta di Epifani a Bologna da leader "usato sicuro" come l'ha salutato il predecessore Cofferati
MICHELE SMARGIASSI
Il modello Emilia Romagna come alternativa al modello Berlusconi. La Cgil chiede alla giunta regionale di dimostrare a tutto il paese che è possibile un altro modo di governare. Lo farà ufficialmente il primo ottobre, quando il direttivo regionale del sindacato voterà un documento che fin dal titolo chiede al centro-sinistra di andare "Oltre il buon governo". Ma già ieri il segretario regionale Cgil Danilo Barbi ha anticipato su quali terreni dovrebbe cominciare questa sorta di competizione politica: scuola, sanità, voto agli immigrati, politiche del lavoro. Gli stessi, d'altra parte, su cui la giunta Errani ha già lanciato la sua "sfida riformista" al governo.
La star della giornata, ieri mattina all'Arena del sole, era per la verità Guglielmo Epifani: l'erede di Cofferati ha scelto Bologna per il suo primo tuffo da segretario nazionale fra i delegati di base. Che al leader "usato sicuro", come l'ha salutato uno di loro, hanno tributato tutto l'incoraggiamento prevedibile; ricambiati dai complimenti per l'andamento della raccolta di firme sulle due leggi di iniziativa popolare per i diritti del lavoro (400 mila firme in regione, di cui centomila a Bologna). Non tutti, quindi, avranno prestato la dovuta attenzione all'annuncio di Barbi. Che ha preso le mosse dalle cifre dell'economia regionale: preoccupanti come mai. Occupazione in crescita ma fatturati in calo: evoluzione parallela al quadro nazionale, ma proprio lì sta la minaccia, ha spiegato il dirigente sindacale: perché "per la prima volta la stagnazione complessiva ricade sulla nostra economia senza che questa riesca a mantenere un andamento che era sempre stato doppio rispetto alla tendenza nazionale". Significa che il tradizionale sistema Emilia "non riesce a rigenerarsi".
Non da solo: tocca alla politica. È qui che Barbi e la Cgil chiedono alla giunta Errani di utilizzare "tutti i nuovi poteri legislativi" della devolution, tutti gli spazi di libertà e di autonomia che saranno garantiti dai nuovi statuti regionali. "Non per una fuga nel rifugio localistico", ma per dare un messaggio politico di valore nazionale: dimostrare come si può rilanciare un sistema in crisi difendendo assieme i servizi e i diritti. E visto che gli investimenti su scuola e sanità, come spiega anche Epifani, sono volani di sviluppo, è lì che la Cgil lancia le sue prime proposte. Sanità: forte rilancio della gestione pubblica, creazione di un fondo per i non-autosufficienti "finanziato fiscalmente", ed è una sottolineatura importante: significa che la Cgil non si opporrebbe a nuove tasse con questa destinazione, perché "i cittadini pagano volentieri se sanno di avere in cambio un servizio essenziale". Scuola: una legge regionale sull'istruzione con caratteristiche opposte al disegno del ministro Moratti: rilancio delle scuole d'infanzia, dei nidi, aumento e non riduzione di fatto dell'obbligo scolastico, che spontaneamente i cittadini emiliani hanno già fissato a 15-16 anni.
Poi, le politiche del lavoro: nuove leggi sugli appalti e la sicurezza del lavoro, strumenti per l'occupazione a tempo indeterminato. Infine, una richiesta che farà discutere: il diritto di voto per gli immigrati alle elezioni regionali. Può deciderlo un consiglio regionale? "Pareri di costituzionalisti ci dicono di sì. I nuovi statuti regionali possono fissare le modalità elettorali, comprese le dimensioni dell'elettorato. Dare il voto a chi paga tasse e contributi è un elemento di giustizia e di democrazia nei confronti di lavoratori che, finora, possono votare solo nelle assemblee sindacali".