Repubblica: Caro-libri, editori sotto inchiesta
Istruttoria dell´Antitrust. Fioroni: "Garantire trasparenza"
L´allarme lanciato dai consumatori confermato da una indagine della Finanza
La replica dell´Aie "Siamo sereni, le accuse contro di noi sono prive di fondamento"
LUISA GRION
ROMA - L´Antitrust passa all´attacco contro il caro-libri, mette sotto accusa gli editori e riceve il plauso incondizionato di librai, ministri - Fioroni in testa - consumatori e studenti, sia di destra che di sinistra. Tutti uniti in un solo grido: «Era ora».
Il problema si presenta puntuale, ogni anno, all´inizio della scuola. Qualche foto nuova, la copertina di un altro colore, la successione dei capitoli e delle pagine che cambia: il libro di testo sembra radicalmente cambiato rispetto alla precedente edizione. In realtà non è proprio così, ma l´ "illusione" spinge le famiglie italiane a riempire gli zaini dei figli di volumi nuovi di zecca. Rincarati, rispetto all´anno prima, del 5 per cento almeno. In alcuni casi, specifica Altroconsumo, anche del 10.
L´allarme lo avevano già lanciato le associazioni dei consumatori alla fine dello scorso agosto. Poi una rapida indagine della Guardia di Finanza sul prezzo dei libri della scuola secondaria superiore - negli ultimi tre anni, in otto città italiane - ha confermato i sospetti: i listini di tutte le case editrici si muovono all´unisono. Testi diversi, prezzi uguali, aumenti compatti.
L´ipotesi che sotto al mercato si nasconda un cartello ha spinto l´Authority guidata da Antonio Catricalà ad aprire un´istruttoria. Nel mirino c´è l´Aie, l´Associazione italiana editori che potrebbe essersi mossa in modo tale da «alterare il normale gioco competitivo». «Mettendo a disposizione di tutti gli operatori, attraverso i propri database, informazioni dettagliate sulle tipologie di libri e le condizioni di prezzo» l´Aie, sostiene l´Antitrust «potrebbe aver agevolato il coordinamento delle politiche commerciali e distributive degli editori». In altre parole, in quanto associazione di imprese, potrebbe aver rivolto agli iscritti indicazioni sul come trovare un accordo. Tanto più che quello dei libri scolastici sembra essere un mercato dalle quote stabili nel tempo.
L´associazione degli editori si dice «serena e pronta a collaborare». «Prendiamo atto dell´avvio dell´inchiesta formale - afferma il presidente Federico Motta - le accuse che sono mosse nei nostri confronti sono prive di fondamento».
Ma sono in tanti a pensare che questa istruttoria sia urgente e necessaria. Primo fra tutti Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione. «Vigilare sulla trasparenza del mercato è anche un modo per garantire ulteriormente il diritto allo studio» ha detto. «Dissipare ogni dubbio su eventuali turbative del mercato in questo settore significa offrire al mondo della scuola e alle famiglie una tranquillità in più». Secondo il ministro non è però solo questione di prezzi: «E´ indispensabile che sia assicurata la garanzia che il mercato non solo è libero e concorrenziale, ma che non c´è cartello e che sicuramente i testi che vengono immessi sul mercato, sono immessi perché la loro novità è appropriata e indispensabile». Niente finti aggiornamenti, insomma.
Plausi all´iniziativa dell´Antitrust sono arrivati anche da Palazzo Chigi, dove si parla di «iniziativa opportuna». Esultano le associazioni dei consumatori: «Anche stavolta - fanno notare Adusbef e Federconsumatori - si è visto che il nostro non era un inutile allarmismo». Esultano pure i librai: «Finalmente il dito viene puntato nella direzione giusta» commenta il Sil-Confesercenti «la responsabilità degli aumenti è a monte, non a valle». Ogni anno, si lamentano i commercianti «ci vediamo imporre nuovi aumenti sui testi scolastici, esattamente come le famiglie che sono costrette a spendere sempre di più per acquistarli. Ed ogni anno ci dobbiamo difendere dall´accusa di fare speculazione, spiegando che i nostri margini sono sempre quelli».
E a Catricalà è riuscita pure la non facile impresa di mettere d´accordo gli studenti di sinistra con quelli di destra. Azione studentesca e Uds concordano «il sapere è un diritto di tutti e il caro-libri è il suo primo impedimento».