Repubblica- C'è il parcheggio pomeridiano così si torna indietro di 20 anni"
INSEGNANTE LA RIFORMA DELLA SCUOLA Isabella Piancastelli, maestra nel tempo pieno in una scuola di Castel San Pietro, Bologna "C'è il parcheggio pomeridiano così si torna indiet...
INSEGNANTE
LA RIFORMA DELLA SCUOLA
Isabella Piancastelli, maestra nel tempo pieno in una scuola di Castel San Pietro, Bologna
"C'è il parcheggio pomeridiano così si torna indietro di 20 anni"
la qualita' Penso di perdere la qualità Ora il pericolo e che ci si trovi di fronte a un tempo svuotato Per noi significa ricominciare tutto da capo
la liberta' Questa legge cancella la libertà di poter dare al bambino una distribuzione equilibrata degli apprendimenti scolastici
MARINA CAVALLIERI
ROMA - In classe ha figli di extracomunitari e di professionisti, di metalmeccanici e d'impiegati, bambini diversi ma a tutti parla con lo stesso affetto e autorevolezza. Fa così da trentaquattro anni, Isabella Piancastelli, maestra a Castel San Pietro, in provincia di Bologna, una vita tra i banchi e venti anni per scelta nel tempo pieno.
Signora, perché ha scelto di insegnare nel tempo pieno?
"Allora, quando cominciai, era l?84, il tempo pieno poteva consentire agli insegnanti di buona volontà di riempire le ore scolastiche di contenuti, erano otto ore da organizzare e per fare sperimentazione, nella scuola era considerato il tempo della qualità".
Attualmente com'è distribuito?
"Nel tempo pieno non c'è differenza tra la didattica che si fa la mattina e il pomeriggio, i curricula sono alternati cercando soprattutto un equilibrio che tenga conto dell'interesse o della stanchezza dei bambini. Gli insegnanti hanno questa libertà d'intrecciare materie "pesanti" e "leggere", lezione frontale con laboratorio, la scelta è fatta dal team".
E' così da vent'anni?
"Sì, è stato così da quando insegno ma il tempo pieno ha rappresentato anche qualcosa di più: è stato la sede dove gli insegnanti che si volevano impegnare potevano farlo, coloro che credevano nella scuola lo hanno scelto e hanno sempre dato molto, era la sede dove ognuno poteva esprimersi al meglio. Chi lo sceglieva pensava di avere spazi di libertà".
E' stata una scuola d'avanguardia?
"Sì, la scuola della ricerca e quello che è stato fatto poi è diventato patrimonio di tutti".
Otto ore, per i bambini non è stancante?
"Il punto sta giocare sulla loro capacità d'attenzione, abbiamo sempre alternato attività impegnative e ricreative. I bambini non sentono la fatica della scuola, poi usciti da qui non c'è il problema dei compiti e rimane il tempo per la famiglia".
Chi sceglie il tempo pieno?
"All'inizio soprattutto genitori che credevano nella didattica del tempo pieno, da dieci anni a questa parte è scelto un po' da tutti, risponde alle nuove esigenze sociali, sono molte le mamme che lavorano".
Cosa cambierà con la legge?
"Viene cancellata la libertà, la capacità di poter dare al bambino la distribuzione equilibrata degli apprendimenti. La mattina diventa la scuola tradizionale poi ci sono le ore di mensa e quelle opzionali".
Ci sarà anche l'inglese e l'informatica.
"Noi facciamo inglese e informatica da 15 anni, l'abbiamo fatto come sperimentazione per quelli del secondo ciclo".
Che cosa pensa di perdere?
"Penso di perdere la qualità, credo che ci sia il pericolo gravissimo che si torni alla scuola tradizionale, quella del mattino e il resto sia un parcheggio pomeridiano con le attività opzionali. Un tempo svuotato".
Lei teme che si torni ad una specie di doposcuola?
"Sì, per noi è molto doloroso. E' un'operazione che ci porta indietro di vent'anni, è come ricominciare da capo col tempo pieno, è come ripartorirlo".
Facciamo un esempio, come sarà organizzato da voi l'orario?
"Ci saranno 20 ore settimanali di didattica la mattina, quattro ore al giorno per 5 giorni, poi 10 ore di mensa, due al giorno, e siamo arrivati a 30 ore, rimangono altre dieci ore, dalle due e mezzo alle quattro e mezzo più o meno senza didattica, lo vedo un tempo frantumato, che impoverisce l'offerta formativa.
Cosa farete?
"Tenteremo di mantenere le cose come stanno. O meglio, tenteranno".
Perché lei no?
"Per me il tempo delle battaglie è finito, sono alla vigilia della pensione".