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Repubblica-Burocrazia e libertà d'insegnamento

Burocrazia e libertà d'insegnamento CORRADO AUGIAS E gregio dottor Augias, insegno Lettere alle...

25/03/2005
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la Repubblica

Burocrazia e libertà d'insegnamento
CORRADO AUGIAS


E gregio dottor Augias, insegno Lettere alle scuole Medie, in una ridente e ricca località turistica; adoro il lavoro, i ragazzi, credo nella scuola pubblica. Senta cosa è successo: alla riunione con i genitori delle quinte per presentare il nostro progetto, un gruppo di mamme ha chiesto l'organizzazione della settimana corta, "come a Milano". La nostra zona vive di terziario, non ci sono fabbriche, conosciamo la nostra utenza.

Abbiamo provato a spiegare che al centro del nostro progetto abbiamo posto loro, i ragazzi, con i loro tempi e modalità di apprendimento, che una diversa organizzazione del tempo scuola è giustificata solo per quei genitori che si trovano in oggettive difficoltà. Non hanno neppure voluto ascoltare la descrizione del progetto, l'anno prossimo avremo due classi in meno, perderemo cattedre, posti di lavoro, fondi. La scuola è diventata, col placet della ministro, un luogo in cui ci si devono procacciare clienti abbassando sempre più il livello. Sto pensando di chiedere il trasferimento in un quartiere a rischio della città, o al carcere minorile: meglio in trincea "vera" che contro i mulini a vento.

Elisabetta Daolio

bettadaolio@hotmail. com

C aro dottor Augias, ho 36 anni, insegno lettere alla media, ogni giorno oltre cento chilometri per raggiungere la sede. Voglio dirle che, nonostante lo svuotamento di contenuti operato dal governo ai danni della scuola, noi insegnanti resistiamo per continuare a trasmettere quella cultura così preziosa per la formazione dei ragazzi e così dannosa per chi li vorrebbe succubi davanti alla tv. Se il ministro nei programmi delle medie ha fatto a pezzi la storia antica, soprattutto quella greca, noi continueremo a insegnarla; sapesse l'entusiasmo dei miei alunni nel presentare ricerche su Pericle (e non sono ironica). Nelle schede di valutazione le indicazioni ministeriali non richiedevano la conoscenza di contenuti per lettere, storia e geografia, ma noi ci siamo ribellate e siccome ogni istituto può farsi una scheda su misura abbiamo puntato in primo luogo sulle conoscenze. La scuola italiana è piena di docenti come me siamo lo spauracchio per chi ci vorrebbe proni al potere di turno.

Concettina Ghisu

cheghisu@yahoo. it

N on ho nessuna voglia di fare il demagogo ma sono sempre più convinto che non ci sono programmi ministeriali che tengano, la scuola è fatta da chi va in cattedra e ogni giorno lascia cadere qualche goccia di conoscenza e soprattutto dimostra anche con l'esempio, che vuol dire entusiasmo oltre che competenza, che cosa voglia dire insegnare. La ragione è semplice: non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva, trascurare l'emotività o confinarla a livelli così sbrigativi da risultare controproducenti, è uno dei rischi più gravi che ogni studente andando a scuola corre. La scuola dovrebbe dare oltre a una maturazione intellettuale anche una maturazione affettiva. Ed è questa la ragione, vorrei dire di tecnica pedagogica, per cui i suoi valori non possono essere solo business, successo, denaro, ossessione dell'immagine.

Puntare su questi elementi come se la scuola fosse un'azienda significa preparare il disastro. Per fortuna ci sono ancora insegnanti come le professoresse Ghisu e Daolio e migliaia come loro.


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