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Repubblica: Bergamo, alzabandiera e inno a scuola Lega contro il provveditore: una sceneggiata

Circolare ai presidi: "Sono i simboli dello Stato, è giusto che gli studenti li conoscano". Scoppia la polemica

28/08/2008
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la Repubblica

Bruni, sindaco di centro-sinistra: una bella iniziativa, ci sarò. Invito anche al vescovo
FRANCO VANNI

BERGAMO - In provincia di Bergamo la scuola comincia con l´inno d´Italia, cantato in coro da un migliaio di studenti. Lo ha deciso il dirigente scolastico provinciale (che ha sostituito la figura del provveditore) Luigi Roffia, per cui «l´inno è simbolo dello Stato e dell´unità nazionale, ed è giusto che i ragazzi lo cantino». Sulle note di Fratelli d´Italia, un gruppo di cadetti della guardia di finanza in alta uniforme farà l´alzabandiera, aprendo così ufficialmente l´anno scolastico.
La cerimonia si terrà il 16 settembre nel cortile dell´istituto tecnico Natta di Bergamo. Oltre ai 900 studenti della scuola (di cui 30 stranieri), saranno invitati a cantare anche i rappresentanti dei ragazzi di altre scuole. La scelta della data, il giorno dopo l´inizio delle lezioni, dà il tempo agli studenti per esercitarsi. Oltre alle prevedibili polemiche della Lega (che nel Bergamasco alle ultime elezioni aveva il 31% dei voti), un altro inciampo alla cerimonia potrebbe essere infatti la poca conoscenza che i ragazzi hanno dell´inno. Luca Capelli, studente al Natta e rappresentante in consiglio d´istituto, parla anche per i compagni: «Ci dovremo preparare, questo è sicuro. Io dell´inno ne so metà, altri nemmeno quella». E il provveditore annuncia: «Andrò a parlare con loro il primo giorno di scuola. Se lo chiederanno, potremmo distribuire il testo nelle classi». E se per imbarazzo, o per orgoglio padano, alcuni non volessero cantare? Roffia non ci crede: «L´anno scorso organizzammo nelle scuole incontri con la Guardia di Finanza. Durante l´alzabandiera veniva suonato l´inno, e gli studenti erano commossi». Da qui l´idea di farlo cantare a loro, e di farne la sigla della scuola che comincia.
Ieri il provveditorato ha stampato l´invito «alle autorità» per la cerimonia: il vescovo di Bergamo Roberto Amadei, il presidente della Provincia Valerio Bettoni (Forza Italia) e Roberto Bruni, sindaco di Bergamo, di Centrosinistra. «E´ una bella iniziativa, ci sarò - annuncia Bruni - nei giovani si deve affermare il senso delle istituzioni e dell´identità nazionale». E sul fatto che non tutti i ragazzi conoscano le parole dell´inno, rilancia: «Fratelli d´Italia va insegnato a scuola, è grave che alle superiori ci sia chi non lo conosce». Il provveditorato ha anche mandato una circolare a tutte le scuole della provincia, invitandole a organizzare per l´inizio dell´anno cerimonie simili. E arriva la polemica della Lega. Per Daniele Belotti, presidente della commissione Cultura in consiglio regionale, «cantare l´inno in cortile è una sceneggiata, per rinsaldare un´identità che in realtà è debole. Sarebbe stato meglio fare cantare ai ragazzi Notèr de Berghèm, inno cittadino che li rappresenta davvero».


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