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Repubblica-Bambini con "portfolio" e pagelle fai-da-te

Bambini con "portfolio" e pagelle fai-da-te CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono maestro elementare...

11/02/2005
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la Repubblica

Bambini con "portfolio" e pagelle fai-da-te
CORRADO AUGIAS


C aro Augias, sono maestro elementare da 27 anni e amo il mio mestiere. A dicembre il ministro Moratti ha inviato una circolare che obbliga ogni scuola ad inventarsi una scheda di valutazione.

Nel giro di un mese siamo stati costretti a costruirla. Sono accadute stramberie surreali. In una scuola il Collegio dei docenti ha votato una scheda con 57 giudizi, tra i quali "competenza psicomotoria in religione cattolica" e "competenza psicomotoria in storia". A nuovi programmi rigidi a livello nazionale, corrispondono pagelle fai-da-te di involontaria comicità. Ancora più grave che da quest'anno ad ogni bambino dovrà essere cucito addosso un "portfolio delle competenze", cioè un dossier che registra qualche chilo di giudizi di noi insegnanti, alcune rilevazione dei genitori e un po' di compiti fatti a scuola, scelti un po' come capita. Il tutto, bollato e timbrato, i ragazzi dovranno portarselo dietro per tutta la vita scolastica.

So quante volte la scuola sia incapace di ascoltare bambini e ragazzi. La speranza, nei tanti casi difficili, sta nell'incontrare qualcuno che ti ascolti per quello che sei, non per quello che altri hanno scritto di te, compresi i tuoi genitori. Perché attaccare ad un bambino quest'ombra burocratica?

Tra l'altro, il coordinamento del dossier, avrebbe dovuto essere a cura del tutor, con due ore settimanali da dedicare a questo lavoro.

Come al solito, nell'affastellarsi di provvedimenti contraddittori, non sono state trovate né le ore né la definizione giuridica di questa nuova figura, tutta da discutere. Nato forse da buone intenzioni, sono purtroppo certo che il portfolio circonderà i ragazzi di valanghe di frasi fatte, griglie incongrue e giudizi superficiali.

Lorenzo Franconi

Terni: cencicasalab@tiscali.it

T emo che il maestro Franconi abbia ragione e del resto la figura del "tutor" è stata già bocciata dal Tar di Lecce che ha ribadito il principio che "i docenti operano collegialmente". Questo "portfolio" (ridicolmente battezzato in inglese) è stato concepito pensando a una scuola con una forte impronta di tipo aziendalistico, immaginando dei piccoli scolari di sei, otto, nove anni, trasformati in professionisti in erba dotati di un minuscolo fascicolo che registra il loro minuscolo curriculum vitae con pregi e difetti, mancanze e successi. Un progetto a tavolino, concertato tra il ministro e alcuni suoi consiglieri senza ascoltare le esigenze e l'esperienza di chi la scuola la fa tutti i giorni, senza mettere in preventivo, caos a parte, direttive contraddittorie a parte, che la figura del tutor si sarebbe sovrapposta e molto spesso scontrata con quella degli altri insegnanti minandone la "collegialità". La scuola elementare, come dice il maestro Franconi, è un'istituzione delicatissima, è il primo luogo pubblico con il quale i bambini vengono a contatto, compresi i bambini stranieri, sempre più numerosi, o i bambini che vengono da famiglie disagiate e intendo sia il disagio della penuria sia quello della scarsità di cultura. Seduti intorno a un tavolo, il "portfolio" era forse sembrato una buona idea. Nella pratica non lo è stato. Azzardo la previsione che senza fare troppo chiasso, questa infelice innovazione cadrà lentamente, con generale sollievo, nel dimenticatoio.


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