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Repubblica-Aule, informatica e insegnanti tutti i tagli alle risorse per l'istruzione

CASO Un dossier della Lega Ambiente ha analizzato le ultime Finanziarie. La Cgil: anche quest'anno istruzione penalizzata Aule, informatica e insegnanti tutti i tagli alle risorse per l...

18/09/2005
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la Repubblica

CASO
Un dossier della Lega Ambiente ha analizzato le ultime Finanziarie. La Cgil: anche quest'anno istruzione penalizzata
Aule, informatica e insegnanti tutti i tagli alle risorse per l'istruzione
L'inglese è finito tra le promesse non mantenute: meno ore e meno docenti
LUISA GRION


ROMA - Una cosa è certa: salvo ripensamenti dell'ultima ora la Finanziaria 2006 non mette in conto nemmeno un euro d'investimenti in più a favore delle scuole. Per essere un paese alla ricerca di un recupero di competitività l'inizio non è buono. La denuncia arriva dalla Cgil di settore guidata da Enrico Panini: "Sono anni che per l'istruzione le manovre parlano solo in termini di tagli - ha detto - quest'anno non si cambia: le voci che si sentono si riferiscono solo a riduzioni del personale e degli automatismi salariali".
La tendenza è confermata da un dossier di Legambiente: la scuola pubblica italiana, negli ultimi tre anni ha tirato la cinghia e a pagarne le conseguenze è stata la qualità dell'insegnamento e del servizio offerto. Ci sono più studenti e meno insegnanti. Meno soldi e meno inglese, meno informatica e meno sostegno. Analizzando voce per voce i dati delle ultime Finanziarie, l'indagine denuncia uno "smantellamento progressivo" della Pubblica Istruzione e il quadro tracciato fa decisamente a pugni con i dati forniti qualche giorno fa dal ministro Moratti (che ha parlato di un milione in più di bambini che studiano l'inglese e di più computer e laboratori per tutti).
A sentire Legambiente, l'ottica dominante - negli ultimi anni- è stata invece quella dei tagli e del risparmio. Lasciando da parte i fondi assorbiti dall'ordinario funzionamento delle strutture e concentrandosi su quelli che hanno una invece una "ricaduta didattica" (dalla formazione alle attività di sostegno) il rapporto fa notare come a partire dal 2002 sia stata messo in atto una progressiva "fuga" di risorse: si passa dai 258 milioni di euro destinati alle scuole nel 2001 ai 203 milioni del 2004. Un taglio complessivo del 21,3 per cento che, se si considerano solo i fondi a vantaggio delle attività integrative, sfiora il -36 per cento.
A pagarne le conseguenze sono stati i servizi offerti agli studenti, a partire dal sostegno ai portatori di handicap: dai 10 milioni 547 mila euro messi sul piatto nel 2001 si è passati ai 9 milioni e 656 del 2004. Se poi, Finanziaria a parte, si considerano anche i tagli effettuati per i sussidi didattici e i gruppi di lavoro, le risorse sparite raggiungono il tetto record del 46 per cento. Nello stesso periodo gli alunni disabili presenti nelle scuole sono aumentati da 132.402 a 156.639. Ciò ha fatto sì che l'investimento pro-capite destinato al loro sostegno sia passato da 127 euro del 2001 ai 58 del 2004. Non che all'informatica - ritenuta essenziale per far sì che le scuole italiane possano sostenere il confronto con quelle degli altri paesi europei - sia andata meglio: i fondi per le nuove tecnologie - che nel 2001 raggiungevano i 115 milioni e nel 2002 erano già scesi a 81 - nel 2003 e nel 2004 sono completamente scomparsi dalla voce "finanziamenti ministeriali".
Segna il passo anche l'altra "i" quella che sta per "inglese". La riforma, commenta l'indagine, ha "le tasche vuote", quindi anche sulla lingua straniera bisogna risparmiare. Senza entrare nei meriti della qualità, la Finanziaria del 2005 stabilisce infatti che "l'insegnamento nella scuola primaria è impartito dai docenti delle classi". Altri risparmi arrivano dalla riduzione dell'orario previsto nelle scuole medie: nei tre anni, rispetto alla scuola pre-Moratti le ore di insegnamento impartito si riducono del 33 per cento.
Ma se le risorse calano le aule si gonfiano: diminuisce il numero degli istituti scolastici (un totale di 38 scuole chiuse in 4 anni che - considerando solo quelle dell'obbligo - diventano 198). Diminuiscono anche le classi (oltre 1200) e le cattedre (25 mila), ma aumentano gli studenti (di quasi 68 mila unità).


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