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Repubblica: Atenei, la riforma Gelmini è legge Il Pd: tagli di un miliardo di euro

Il decreto è stato approvato con 281 voti, contrari 196. No del Partito democratico e Idv

09/01/2009
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la Repubblica

Il Ministro: sarà premiato il merito. Per finanziare le borse di studio utilizzati 200 milioni dal fondo per le aree sottosviluppate

MARIO REGGIO

ROMA - Il decreto Gelmini sull´università è legge. È stato approvato ieri in via definitiva dalla Camera: 281 voti a favore, 196 contrari, 28 gli astenuti. Hanno votato no i deputati del Pd e dell´Idv, quelli dell´Udc si sono astenuti. Il ministro Mariastella Gelmini canta vittoria: «L´università oggi cambia - ha dichiarato - Si è valorizzato il merito, premiati i giovani, affermata la gestione virtuosa degli atenei, introdotta più trasparenza nei concorsi. Da questi tre pilastri non si potrà prescindere». L´opposizione, invece, attacca la nuova legge, che è passata grazie al decimo voto di fiducia nella legislatura: «Il governo ha perso l´occasione di affrontare i problemi endemici dell´università e della ricerca. Tra l´altro - secondo il Pd - a partire dal 2010 sugli atenei si abbatterà la scure di Tremonti: un taglio di un miliardo di euro in tre anni sul Fondo di finanziamento ordinario che ora non raggiunge i 7 miliardi l´anno. E per finanziare le borse di studio assieme alle residenze per i fuori sede la nuova legge ha scippato 200 milioni di euro dal Fondo per le aree sottosviluppate, soldi che si aggiungono ai 14 miliardi già sottratti dall´inizio della legislatura». Intanto l´approvazione del decreto ha riportato in piazza gli studenti dell´Onda: dopo il sit in sotto Montecitorio di due giorni fa, ieri sera un corteo ha attraversato il centro di Torino. E c´è da scommettere che si tratta solo dell´inizio di una nuova mobilitazione.
Ecco i punti centrali della legge. Le commissioni di concorso: quattro professori ordinari estratti tra quelli eletti a livello nazionale tra i docenti della materia ed uno solo nominato dalla facoltà. Una stretta che però non scongiura gli accordi sotterranei per far passare i favoriti. Secondo punto: le università che spendono più del 90 per cento del bilancio per gli stipendi non potranno bandire concorsi. Ma con la mannaia di Tremonti che si avvicina, sarà difficile che qualche ateneo si salvi. Tra quelle "virtuose", per bilancio, produzione scientifica e qualità formativa, verrà ripartito il 7 per cento del Fondo di finanziamento ordinario. Deroga al blocco del turn over per i ricercatori: la soglia sale dal 20 al 50 per cento. Il governo, poi, si è impegnato ad arrivare all´abolizione del valore legale della laurea.

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