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Repubblica: Alcol, allarme dell´Istat "Giovanissimi a rischio"

Siamo il paese europeo in cui si comincia prima a bere alcolici: a dodici anni

21/04/2006
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la Repubblica

Il fenomeno riguarda più gli uomini che le donne, nel Nord Est consumo più diffuso
Cresce in modo marcato il binge drinking, il consumo finalizzato deliberatamente a ubriacarsi
MARIA STELLA CONTE

ROMA - Non accade quasi mai per caso. La verità è che escono di casa proprio con quell´intenzione lì: stordirsi di alcol, perdere il controllo, ubriacarsi. Una volta ogni tanto che vuoi che sia. Meglio non drammatizzare. Ma loro hanno solo 15 anni, e anche meno. Hanno un´età nella quale conta sentirsi grandi per una notte; un´età che a molti fa comodo ignorare, perché altrimenti nei pub niente alcolici per loro, e niente noccioline. Clienti in meno. Si chiama binge drinking, bere per ubriacarsi. Una moda che viene da lontano e che ha preso piede soprattutto tra i giovanissimi: nel 2003 riguardava il 12,9 dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 24 anni, oggi siamo al 15,1 per cento. Nell´Italia che tutto sommato continua a comportarsi assennatamente e che si trova agli ultimi posti in Europa per consumo di alcolici, sono loro a far scattare il campanello d´allarme. E non solo per la nuova tendenza a ubriacarsi quando capita. Siamo il paese europeo nel quale si comincia prima a bere: a 12 anni. Nel 2005 i ragazzini tra gli 11 e i 15 anni che si sono avvicinati a bevande alcoliche sono stati il 19,5 per cento: erano il 17,6 nel 2003; a mandare giù un bicchiere fuori pasto tra i 14 e i 17 anni è oggi il 18,2 per cento, era il 12,3. Né la situazione migliora con il passare degli anni: beve qualche volta tra i 16 e i 17 anni un ragazzo su due; beve il 68,7 per cento di chi ha tra i 18 e i 19 anni. Ma la fascia forse più a rischio si colloca tra i 20 e i 24 anni, età dopo la quale il consumo di alcolici tende a diminuire ma che registra i valori più alti sia nel consumo ordinario di alcolici (il 74,3 per cento contro il 71,9 del 2003), sia nel binge drinking (dal 14 al 15,7).
I dati presentati ieri a Roma dall´Istat presso l´Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata per la prevenzione dell´alcolismo, ci rimandano l´immagine di una società nella quale qualcosa sta accadendo. «In Italia bere fa parte di una cultura che rimanda alla tavola imbandita, ad un bicchiere di vino ai pasti, alla convivialità: questo eravamo e questo siamo ancora, un Paese moderato - commenta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell´Istat - I dati sui giovani, però, devono metterci in guardia perché indicano una nuova tendenza che non affonda le radici nella nostra tradizione: sono dati che ad esempio ci dicono che non è il consumo di vino ad aumentare, ma quello dei superalcolici, degli aperitivi, della birra; o che mostrano che la differenza tra i sessi così marcata fino ad oggi per quanto riguarda il consumo di alcol, nelle nuove generazioni si riduce drasticamente».
Certamente non è ancora allarme rosso. Ma guardando ai dati dell´indagine Eurobarometro 2002 della Commissione Europea, scopriamo che l´Italia pur presentando la minor frequenza di abusi alcolici e il più basso consumo medio giornaliero di alcol, è anche il Paese nel quale si rileva la più precoce età di avvio al bere con una media di 12,2 anni rispetto al 14,6 dell´Unione europea. Per il resto il quadro è piuttosto stabile: bevono più gli uomini delle donne (l´82 per cento contro il 61); il consumo di alcol resta più diffuso nel Nord Est ma se parliamo di uso quotidiano in testa troviamo le Marche, poi Liguria, Toscana e Molise; il picco più alto di bevitori si colloca ancora tra i maschi nella fascia 45-54 anni: beve l´89,7 per cento. Se l´Italia si trova in fondo alla graduatoria dei bevitori, l´Europa - dati Oms - è invece la regione nella quale il consumo pro capite di alcol è doppio rispetto al resto del mondo. Niente di cui rallegrarsi visto che - come è stato sottolineato ieri dall´Istituto Superiore di Sanità - l´alcol è il terzo fattore di rischio di morte e disabilità dopo ipertensione e fumo; il principale fattore di rischio tra i giovani. Che sono, appunto, quelli di cui parlavamo: il primo bicchiere i


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