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Repubblica- Addio vecchio compagno di classe alle elementari arrivano le unità

Addio vecchio compagno di classe alle elementari arrivano le unità Insegnanti preoccupati per il 'quot;gioco dell'oca'quot; dei nuovi percorsi didattici: bimbi sballottati senza rapp...

13/07/2004
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la Repubblica

Addio vecchio compagno di classe alle elementari arrivano le unità
Insegnanti preoccupati per il 'quot;gioco dell'oca'quot; dei nuovi percorsi didattici: bimbi sballottati senza rapporti stabili
La riforma Moratti cancella per sempre il tradizionale gruppo di alunni che impara e cresce assieme
Solo 18 ore comuni su 27, il resto frazionato in programmi con sigle astruse
Iosa, ispettore del ministero: 'quot;Piano artificioso, la scuola deve essere comunità'quot;
MARINA CAVALLIERI


ROMA - Addio alla classe come squadra compatta, gruppo unito e saldo negli anni, geometricamente chiuso, emotivamente solidale, luogo di amicizie per la vita, di complicità e rancori mai dimenticati. La classe, quella della foto di fine anno tutti in posa, pronti a entrare per sempre nell'album dei ricordi, rischia di estinguersi, abolita in nome della flessibilità, sacrificata ai piani di studio personalizzati, spazzata via dalla rotazione degli insegnanti. Sepolta da quella che viene definita con accanimento burocratico la nuova 'quot;organizzazione spazio-temporale'quot;.
La classe perde forza, identità, le novità introdotte dalla riforma Moratti nella primaria, ex elementare, radicalizzano una tendenza in corso da anni: si archivia la scuola così come è stata vissuta da generazioni di scolari e finisce in soffitta quel che sembrava eterno. Ecco nei programmi appena varati i bambini che cambiano in continuazione orari, compagni e insegnanti, arriva la didattica per piccoli gruppi, le materie facoltative, i laboratori interclasse, i piani individuali. Una scuola 'quot;via vai'quot;, per alcuni più simile ad un self service che ad una comunità.
Una trasformazione che preoccupa molti insegnanti, una paura raccolta da Mario Pirani nella sua rubrica 'quot;Linea di Confine'quot;, pubblicata ieri su Repubblica, dove analizza le 64 pagine del sito del ministero dedicate all'organizzazione della primaria e le sorti del bambino 'laquo;sballottato'raquo; come in un gioco dell'Oca e ingabbiato in una rete di sigle - IUA, LARSA, PECUP, OSA - formule che celano il nuovo percorso didattico.
'laquo;Se entrassero in vigore a settembre i nuovi modelli della riforma la classe nella primaria verrebbe frantumata, una cosa molto pericolosa dal punto di vista relazionale, psicologico, per la costruzione di rapporti stabili. La classe è il luogo dove si possono seguire i bambini in modo continuato'raquo;, spiega Lorenzo Varaldo, maestro alla scuola 'quot;Sibilla Aleramo'quot; di Torino. 'laquo;Un colpo all'unità della classe viene già dal fatto che con la riforma resterebbero solo 18 ore, su 27 obbligatorie, con il gruppo classe, per le altre ci sarebbe la flessibilità. Anche i Piani di studio personalizzati, frantumano e portano ad un ulteriore differenziazione. Poi ci sarà un solo insegnante titolare per classe, per le sole 18 ore, per il resto dell'orario non sarà più assicurata la classe e un insegnante stabile'raquo;.
Preoccupazione e nostalgia . 'laquo;La classe è da sempre la base di tutta l'esperienza scolastica, crescere in un clima forte, coeso, è qualcosa che rimane dentro per la vita'raquo;, dice Maria Galati, maestra che ricorda i 'quot;suoi'quot; ragazzi tirati su per cinque anni. 'laquo;La classe è il compagno con sui ti sei seduto per primo al fianco, sono i primi rapporti di gruppo, le complicità. E' qui che si apprende lo spirito di squadra, qualcosa che non dimentichi'raquo;.
Classe a rischio, come luogo strutturato d'incontro e di formazione, come perno dell'esperienza dei bambini. Fu una legge del 1977 a prevedere per la prima volta gruppi di allievi 'laquo;non coincidenti con la classe per fini specifici'raquo;. Ma la classe, con i suoi riti e la sua mitologia, come base dell'architettura scolastica è sopravvissuta. 'laquo;La scuola deve soprattutto essere una comunità'raquo;, dice Raffaele Iosa, ispettore del ministero dell'Istruzione. 'laquo;Il modello Moratti con le sue sigle, i suoi laboratori prefigura una scuola frantumata, molto artificiosa. Oggi bisogna capire che è cambiata la dimensione sociale dei bambini, che la scuola è il principale luogo di socialità e di amicizie, che deve restare una comunità'raquo;. Non un'azienda, aggiunge qualcuno. 'laquo;Su come deve essere organizzata la classe sarebbe importante lasciar decidere agli insegnanti e ai genitori, più che al ministero'raquo;.
Classi frantumate. Non è solo rimpianto per una foto di gruppo sbiadita. C'è anche il timore di una scuola più ingiusta. 'laquo;La personalizzazione dei piani di studio è molto pericolosa'raquo;, dice il pedagogo Benedetto Vertecchi. 'laquo;C'è il rischio di istituzionalizzare le differenze sociali, che tra due bambini si decida che uno andrà avanti e l'altro resterà indietro, che uno avrà un percorso di serie A e uno di serie B. Che non siano più uguali due bambini che avevano scelto di sedere accanto'raquo;.


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