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Renzi scriverà ai prof per spiegare la riforma (ed evitare lo sciopero)

Il premier: ridicolo protestare contro un governo che assume. Verso un ridimensionamento del nuovo preside-sindaco

21/04/2015
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Corriere della sera

Matteo Renzi scriverà una lettera a tutti i docenti italiani per illustrare loro la riforma della scuola: un tentativo estremo per scongiurare lo sciopero unitario annunciato dai sindacati per il prossimo 5 maggio. E’ quanto è emerso al termine della lunga riunione sul ddl Scuola convocata nel pomeriggio dallo stesso premier al Nazareno. «La scuola è delle famiglie e degli studenti, non dei sindacati», aveva detto in mattinata Renzi intervenendo a Radio Rtl 102,5. «Se non fosse un giorno molto triste - aveva aggiunto - farebbe ridere scioperare contro questo governo che sta assumendo 100mila insegnanti. Non mi si dica che si fa sciopero contro il primo governo che elimina i precari dalla scuola».

Cambiare il testo

Immediata, e secca, la replica dei sindacati. «Se nessun insegnante è d’accordo, se in tutte le scuole italiane aumenta l’irritazione e la protesta ci sarà qualche ragione e se si pensa di fare una buona scuola contro gli insegnanti si è fuori dalla realtà», aveva replicato il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna. Che chiede «radicali cambiamenti» nel testo della riforma disegnata dal governo: «Si decide del rapporto di lavoro senza contratto. Ingiusto e inaccettabile per gli insegnanti e per personale della scuola chiamato ad un compito professionale delicatissimo. Il testo va radicalmente cambiato e va avviato il negoziato per un contratto realmente innovativo».

Riforma, marcia indietro sul preside-sindaco

Durante la riunione pomeridiana sulla riforma della scuola convocata dal premier nella sede del Pd si è a lungo discusso dei possibili emendamenti al testo del ddl. Tra i temi più dibattuti, quello dei «grandi esclusi» dal maxi-piano di assunzioni della Buona Scuola di marca renziana: gli idonei del concorso 2012 e le cosiddette seconde fasce delle graduatorie d’istituto. I primi, poche migliaia, potrebbero essere salvati in corner arrotondando per eccesso il conto degli oltre 100 mila nuovi prof previsti dal prossimo settembre; i secondi potrebbero invece avere una quota riservata nel concorso 2016. Dietrofront in vista sui (contestatissimi) nuovi poteri del cosiddetto preside-sindaco, che verrebbero mitigati con un rafforzamento del ruolo del Consiglio di istituto. Quanto al «timing» della riforma, avanti nei tempi già ipotizzati: prima lettura alla Camera entro il 10 maggio, poi esame al Senato e terza lettura a Montecitorio in tempi brevi.


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