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Reggi non si ferma, ora nel mirino ha le supplenze “brevi”: tagliamole, non danno valore aggiunto

Secondo il sottosegretario, poiché non sono programmate, dal punto di vista didattico “non danno valore aggiunto”. Meglio “utilizzare gli insegnanti di ruolo”, i quali darebbero la loro disponibilità a fare le supplenze in modo più organico. Per realizzare il progetto, però, occorre introdurre prima “l’organico funzionale”. L’impressione è, dopo le 36 ore ritrattate, anche stavolta l’applicazione pratica sia davvero ardua.

08/07/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Secondo il sottosegretario, poiché non sono programmate, dal punto di vista didattico “non danno valore aggiunto”. Meglio “utilizzare gli insegnanti di ruolo”, i quali darebbero la loro disponibilità a fare le supplenze in modo più organico. Per realizzare il progetto, però, occorre introdurre prima “l’organico funzionale”. L’impressione è, dopo le 36 ore ritrattate, anche stavolta l’applicazione pratica sia davvero ardua.

Ormai il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi sembra essersi sostituito al ministro Stefania Giannini. Dopo la discussa intervista a Repubblica, la sostanziale smentita di quanto affermato, nel corso della tre-giorni Pd a Terrasini, il 7 luglio ha fatto delle precisazioni importanti dai microfoni di Radio Anch’io (Radio 1): dopo aver confermato che "nessuno ha mai parlato di 36 ore di lezione. Le ore di insegnamento restano costanti, e quindi 18 ore per le superiori, 22 per le primarie e 25 per le materne", anche sel'orario di lavoro dovrà essere oggetto di revisione e contrattazione, Reggi è tornato a parlare di docenti precari. Spiegando che stavolta nel mirino del Governo ci sarebbero le supplenze cosiddette “brevi”, quelle, per intenderci, che si fanno anche e spesso per un solo giorno (soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primarie).

Secondo il sottosegretario, siccome queste supplenze non sono programmate, ma improvvisate, dal punto di vista didattico “non danno valore aggiunto”. Meglio, quindi, “utilizzare gli insegnanti di ruolo”, i quali darebbero la loro disponibilità a fare le supplenze in modo più organico. Per realizzare questo progetto, però, ha tenuto a dire Reggi, occorre introdurre prima “l’organico funzionale”: considerando i tanti anni che sono passati da quando si parla di introduzione dell’organico funzionale, l’impressione è anche questa uscita di Reggi sia destinata a non trovare applicazione pratica.


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