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Redattore sociale: Una carta europea per l'inclusione a scuola

E' l'eredità che gli studenti coinvolti nel progetto ''Indie'' del British Council lasciano all'Ue. Nove indicazioni su come realizzare l'intercultura. Tra le proposte: tutor per gli stranieri appena arrivati

01/03/2008
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Redattore Sociale

BRUXELLES – Una “Carta Europea dei giovani per l’inclusione e la diversità culturale a scuola” è l’eredità concreta del progetto Indie condotto dal British Council in nove aree di sette paesi europei (le Fiandre in Belgio, Scozia, Galles e Inghilterra nel Regno Unito, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna e Italia) per raccogliere con un sondaggio la percezione degli studenti riguardo i problemi legati alla diversità culturale e i mezzi per superarli. La Carta è stata realizzata mettendo insieme i contributi provenienti da tutte le 47 scuole che hanno partecipato a “Indie”. Per ogni istituto hanno preso parte all’incontro conclusivo – tenuto al Parlamento europeo a Bruxelles – uno studente e un professore, a cui si sono uniti dieci rappresentanti istituzionali provenienti dalle nove aree coperte dal progetto.

Nove sono anche i punti che compongono la ‘Carta’: si parte invitando tutto il personale scolastico e gli studenti a valorizzare le differenze di ogni tipo; viene chiesto il riconoscimento di un potere di parola effettivo per gli studenti nelle decisioni riguardanti la scuola; i programmi scolastici dovrebbero integrare la diversità culturale nel curricula; la scuola dovrebbe poi comunicare di più con la comunità che la circonda, per favorire una maggiore comprensione e integrazione; l’educazione deve tenere conto di tutti gli aspetti della personalità umana, valorizzandoli; i docenti dovrebbero ricevere una formazione specifica sull’interculturalità; la scuole stesse dovrebbero essere inclusive; dovrebbero essere introdotte le figure di ‘mentori’ per gli stranieri appena arrivati, per favorirne l’integrazione; infine, gli insegnanti devono accrescere la loro sensibilità culturale per affrontare le diverse richieste degli studenti.

La Carta diventerà probabilmente il contributo più importante da parte degli studenti dell’Ue al Libro verde (documento consultativo su una proposta di legge) che la Commissione europea lancerà ad aprile sull’inclusione dei minori.

Ma avrà anche un risvolto più immediatamente operativo: la Carta diventerà la base sulla quale ogni scuola costruirà la propria politica di dialogo e inclusione. I risultati migliori diventeranno linee guida per gli altri istituti, e il materiale didattico prodotto verrà tradotto e condiviso nell’ambito del programma di “2008 Anno europeo del dialogo interculturale”.

Giuliana Amoasah, nata a Como da genitori ghanesi, è una delle studentesse che ha lavorato al progetto: “Per me è un’occasione che capita una volta nella vita, quella di avere di fronte persone importanti che possono realizzare le nostre idee. Da questa esperienza ho anche imparato ad ascoltare, cosa fondamentale per poter arrivare a soluzioni comuni. Secondo me la scuola deve concentrarsi di più sulla relazione tra insegnanti e studenti stranieri. Sarebbe poi importante poter conoscere le altre culture dal vivo, e non sui libri di scuola, e i nostri insegnanti dovrebbero darsi da fare”. Di certo i 47 studenti presenti a Bruxelles hanno sperimentato sulla loro pelle cosa vuol dire muoversi in un ambiente multiculturale e multilinguistico come il Parlamento europeo.

Sabina Eleonori, referente in Italia del British Council, sottolinea come sia “la prima volta che l’agenda degli adulti viene definita dagli studenti. Ora gli adulti, i responsabili politici, sono chiamati a rispondere a questi stimoli. Speriamo che i risultati del progetto vengano raccolti e rifocalizzino le loro priorità”.

Raffaele Ciambrone, dirigente dell’Ufficio integrazione alunni stranieri del ministero della Pubblica istruzione, ritiene che “l’Italia – dal confronto emerso con gli altri paesi europei – è avanti. Non abbiamo classi differenziate, come avviene in altri paesi. Ora stiamo cercando di ottenere che i bambini nati in Italia da figli di genitori stranieri siano conteggiati nelle statistiche come cittadini italiani a pieno titolo”.

Il ministero – in collaborazione con la sezione italiana del British Council – si sta poi impegnando nella formazione dei dirigenti scolastici, con vari seminari: il prossimo si terrà a Milano dal 3 al 5 aprile, e sarà rivolto a 200 presidi di nuova nomina. Ciambrone annuncia anche una nuova e vasta iniziativa per l’insegnamento dell’italiano L2 (lingua seconda) in tutte le scuole, a cominciare dalle aree di forte immigrazione del Centro-Nord, con lezioni intensive in orario extracurricolare ed extrascolastico (giugno e settembre). La barriera linguistica, ricorda Ciambrone, ostacola soprattutto gli stranieri che frequentano le scuole secondarie . I bambini delle elementari infatti hanno una maggiore velocità di apprendimento. Nell’ultimo anno nelle scuole italiane si sono registrati 70.000 nuovi ingressi di stranieri: una cifra che rappresenta il 15% delle nuove iscrizioni. Gli studenti di origine straniera sono oltre 500 mila e rappresentano il 5,6% degli 8 milioni di studenti italiani. (mm)


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