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Redattore Sociale: Istituti senza soldi, le spese vive pagate dalle famiglie

È quanto denunciano i dirigenti scolastici che, in attesa di stanziamenti da parte del ministero, soprattutto per il cosiddetto funzionamento ordinario, si preparano, dove necessario, a chiedere contributi piu' esosi a mamme e papa' all'atto di iscrizione

10/02/2009
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Redattore Sociale

Roma - Le casse delle scuole sono sempre piu' in rosso, mancano i soldi per le spese di funzionamento (quelle che comprendono fotocopie, toner delle stampanti, materiali didattici, la stampa delle pagelle) e anche i soldi per le supplenze brevi (le maternita' le paga lo Stato) o sono finiti o stanno per terminare. Quindi i buchi si coprono con le risorse interne. È quanto denunciano i dirigenti scolastici che, in attesa di stanziamenti da parte del ministero, soprattutto per il cosiddetto funzionamento ordinario, si preparano, dove necessario, a chiedere contributi piu' esosi a mamme e papa' all'atto di iscrizione. Una misura dettata anche danna nota ministeriale dello scorso 26 gennaio con cui viale Trastevere ha fatto sapere ai dirigenti che le procedure per reperire le risorse per il funzionamento "sono ancora in atto". Una incognita che constringe le scuole a fare i programmi di spesa per il 2009 "al buio", spiegano i presidi, mettendo in conto le cifre avute lo scorso anno "nella speranza che poi arrivino davvero". Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, durante il question time alla Camera, mercoledi' scorso, ha rassicurato gli istituti in merito agli stanziamenti per il funzionamento. Ma i presidi ancora non hanno visto un euro e, quindi, lanciano l'allarme.

"Lo Stato con noi ha gia' un debito di 158 milioni di euro- spiega Mario Rusconi, dirigente del liceo scientifico Newton di Roma e presidente romano dell'Associazione nazionale presidi- negli scorsi anni abbiamo anticipato i soldi per la tassa sui rifiuti, la maturita', le supplenze. Ora c'e' incertezza anche per i fondi di funzionamento. Anche per questo abbiamo deciso di portare il contributo volontario delle famiglie da 90 a 100 euro. Con quei soldi copriamo le spese vive".

Al Newton il preside vorrebbe "insonorizzare il laboratorio di musica, ma non vado avanti- dice- finche' non so se ci sono i soldi. E intanto ci sono da pagare le spese per far funzionare la scuola tutti i giorni".

Si lamenta anche il capo dell'istituto professionale Cattaneo di Roma, Leandro Cantoni: "a noi per il funzionamento spettano oltre 60mila euro, ma per ora non abbiamo certezze. Faremo il bilancio al buio senza sapere quanto ci danno. Senza quei soldi non possiamo prendere le attrezzature per la didattica e i materiali di consumo. Ma i problemi ci sono anche per le supplenze: ne stiamo dando poche all'esterno preferiamo coprire con risorse interne visto che le paghiamo noi e i fondi stanno per finire". Dalle superiori alle elementari la musica non cambia. Al 195° circolo didattico di Roma hanno dovuto introdurre "un contributo minimo di 15 euro a famiglia- spiega il dirigente Alessandro Michelon- per l'assicurazione obbligatoria e alcune spese vive. Ogni anno lo Stato diminuisce i fondi di funzionamento e questa volta la circolare del ministero non chiarisce neanche quando sapremo quanti soldi ci verranno assegnati". L'associazione dei presidi ha gia' scritto ai tecnici di viale Trastevere per denunciare la situazione, genitori e sindacati (la Cgil) si preparano alla protesta.


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