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Reclutamento non più nazionale? Vedremo

Valentina aprea: basta con le duplicazioni di funzioni tra stato e regioni

03/07/2012
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

x sottosegretario all'istruzione, con Letizia Moratti ministro, presidente della commissione cultura della camera dell'ultimo governo Berlusconi (suo è il disegno di legge sulla professione docente e la governance della scuola, rimasto al palo per due anni, vittima del fuoco incrociato dei partiti), oggi è assessore all'istruzione della Lombardia.

Valentina Aprea, pdl, ha lavorato alla bozza di accordo stato-regioni che apre al federalismo scolastico, in attuazione del titolo V della Costituzione.

Domanda. Non ci siete riusciti quando eravate al governo, perché dovreste riuscirci oggi che il Pdl sostiene un governo tecnico?

Risposta. C'è un clima diverso nel paese, è il momento giusto per porre mano alle incertezze in materia di istruzione e formazione professionale. Il governo tecnico ha un ampio mandato parlamentare ed è stato chiamato a risolvere questioni che in questi anni di governo del centrosinistra e del centrodestra sono riamaste in sospeso. Proprio in questi giorni abbiamo assistito a nuovi ricorsi in materia di istruzione alla Corte costituzionale da parte delle regioni contro leggi statali e dal governo nazionale contro leggi regionali. É una situazione paralizzante, che va risolta, per i docenti e per le famiglie.

D. Non avete molto tempo, questo è un governo a stretta scadenza...

R. Nella bozza di accordo ci sono modalità certe, lavoreremo attraverso gruppi paritetici stato-regioni, e tempi certi. Entro marzo 2013, prima dunque che finisca la legislatura e si vada a nuove elezioni, il governo dovrà presentare il testo unico sul riassetto della normativa statale alla luce dell'articolo 117 della Costituzione.

D. Cosa cambia in concreto con l'accordo?

R. Il primo ambito sarà la nuova articolazione delle funzioni amministrative: rendere più snella e funzionale la presenza degli uffici scolastici regionali e territoriali. L'obiettivo è evitare duplicazioni nella gestione del personale, nell'assegnazione dello stesso alle scuole e nell'individuazione degli istituti sul territorio. E potrebbe accadere in questo ambito che il personale degli uffici scolastici regionali e provinciali passi alle regioni. E questa è la sussidiarietà verticale. Ma c'è anche un discorso che riguarda l'autonomia delle scuole, che vanno riorganizzate per reti e richiedono una diversa rappresentanza. E questo è in contrasto con una scuola centralistica. Ci sono due modelli di governance, tra loro incompatibili: quello statalista, che concepisce al massimo il decentramento di funzioni, e quello federalista, con il trasferimento di funzioni. Per noi regioni è importante fare chiarezza sul modello, servirà anche a ridurre i costi.

D. In molti temono che si apra a una regionalizzazione anche del reclutamento dei docenti.

R. Noi ci occuperemo con l'accordo delle funzioni amministrative. La bozza prevede poi che si possano sperimentare anche nuovi modelli organizzativi per la valorizzazione dell'autonomia scolastica. Dentro queste sperimentazioni potrebbe esserci qualcosa che attiene alla professione docente, professione che comunque resterà statale per la formazione universitaria. Sulla bozza di accordo c'è stata piena condivisione di tutte le regioni, senza steccati ideologici. Proseguiremo con lo stesso spirito.

 


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