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Rassegna it: Pensioni, I sindacati contrari a una trattativa in due tranche

Cgil e Cisl bocciano l'ipotesi di rinviare all'autunno la trattativa su scalone e coefficienti. Dopo la riunione sul Dpef Damiano annuncia: l'obiettivo è un accordo entro giugno

15/06/2007
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Rassegna.it

I sindacati bocciano l’ipotesi di una separazione in due tranche della trattativa sulla riforma del sistema previdenziale: prima le pensioni basse e gli ammortizzatori sociali, mentre le delicatissime questioni dello scalone e della revisione dei coefficienti potrebbero slittare a dopo l'estate. Un’eventualità considerata “inaccettabile” da Cgil e Cisl, e accolta più tiepidamente dalla Uil. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano non smentisce: “Il governo lavora a grandi priorità – ha detto - la prima delle quali è la rivalutazione delle pensioni in essere. Ho sempre la stessa opinione, cercare con l’accordo delle parti di arrivare alla conclusione entro la fine di questo mese. Ma la realtà è più dura della fantasia e vedremo concretamente come si svolgono i confronti della concertazione”.

“Per la Cgil - afferma la segretaria confederale Morena Piccinini - non è accettabile che si dividano le materie, che ci siano alcuni argomenti che si inseriscono subito in un decreto e altri che sono posticipati. È inaccettabile che si vada a settembre e ancora più inaccettabile lo spezzatino. O si è in grado di risolvere tutto insieme o non ci stiamo a fare due accordi separati”. Piccinini sottolinea che rinviare a settembre la trattativa sullo scalone significherebbe farla “con la pistola alla tempia” della scadenza prevista per il 2008 sul passaggio da 57 a 60 anni per l’età necessaria alla pensione di anzianità. Conclude la segretaria confederale: “I lavoratori hanno bisogno di certezze ora. Le questioni strutturali come questa vanno affrontate al di fuori della contingenza della finanziaria”.

Per Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil, è più il tempo delle mezze misure. Il sindacato pensionati chiede impegni precisi, in primo luogo la rivalutazione di tutti gli assegni pensionistici, altrimenti non sottoscriverà alcun accordo. Spiega Leone: “È necessario ottenere un tavolo negoziale periodico di confronto tra sindacati e governo in relazione alla tenuta del potere d'acquisto delle pensioni, come peraltro previsto dalle leggi vigenti. Inoltre, per quanto riguarda la legge sulla non autosufficienza, è urgente che governo e parlamento definiscano in tempi brevi una proposta di legge che stabilisca chiaramente ambiti di applicazione e risorse disponibili. Senza queste condizioni non sarà possibile nessun accordo condiviso dallo Spi Cgil”.

Anche la Cisl considera una scelta sbagliata lo slittamento a settembre del confronto sulla parte della riforma del sistema previdenziale che riguarda lo scalone e la revisione dei coefficienti: “Sarebbe una sciocchezza, un’occasione persa - ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl Pierpaolo Baretta -. Significa ributtarsi nella finanziaria quando avevamo deciso l’anno scorso, firmando il memorandum, di starne fuori. Non vedo le ragioni per un rinvio”. Baretta ha poi ribadito le richieste del sindacato al governo in vista della riunione tra esecutivo e parti sociali fissata per domani: “Chiediamo la rivalutazione delle pensioni basse - ha detto - il superamento dello scalone e diciamo no alla revisione dei coefficienti”.

Per la Uil, la priorità resta abbattere lo scalone. “Per noi si può anche andare a settembre – afferma il segretario confederale Domenico Proietti – purché lo scalone si abbatta. Sono preoccupato che non si affrontino i temi dell'equità, lo sviluppo e la lotta all'evasione fiscale come si dovrebbe fare nel Dpef. Lo scalone è un problema del governo. Se l'esecutivo non mantiene gli impegni deve sapere che il sindacato ha già fatto scioperi contro lo scalone con il precedente governo ed è pronto a rifarlo”. La Uil infine ribadisce anche la richiesta di “congelare” i coefficienti evitandone la revisione al ribasso. ''Sarebbe auspicabile - conclude Proietti - che Prodi prendesse in mano la trattativa e facesse al tavolo una proposta di tutta la maggioranza”.

Damiano, lavoriamo ad accordo entro giugno
Già domani sera, durante l'incontro tra governo e parti sociali sul Dpef, se ne saprà di più. Oggi un rapido vertice a Palazzo Madama dei capigruppo dell'Ulivo ha dato il via ufficialmente al confronto.
Quindi si è svolto a Palazzo Chigi l'incontro fra il Governo ed i capigruppo della maggioranza. Al riguardo l'obiettivo è di chiudere la partita entro giugno. Ad affermarlo è il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, al temine della riunione di maggioranza. "Si procede, andiamo avanti secondo programma. Domani c'è il confronto con le parti sociali, io lavoro per fare un accordo entro giugno", ha affermato Damiano.

L'indicazione che è emersa dall'incontro è che la riforma delle pensioni dovrebbe essere contenuta nel decreto legge che sara' approvato dopo la presentazione del Dpef. E' quanto ha detto alle agenzie di stampa il capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Giovanni Russo Spena, uscendo dall'incontro che si e' tenuto a palazzo Chigi. Il decreto, dice Russo Spena, ''sara' o a fine giugno, subito dopo la presentazione del dpef, o potrebbe slittare di qualche giorno'', cioe' a luglio. Nel corso dell'incontro con il governo, aggiunge, e' stata presa la ''decisione'' di inserire nel decreto legge la riforma delle pensioni, in particolare il superamento dello scalone. Questa richiesta, sottolinea poi il capogruppo, e' stata fatta da ''molti gruppi parlamentari. Mi pare che il governo su questo sia favorevole''. Nel corso dell'incontro, riportano le agenzie, ''abbiamo espresso le priorita''' che dovranno essere inserite nel dl. ''La priorita' massima e' l'abbattimento dello scalone Maroni, e comunque l'appoggio all'accordo che ci sara' tra sindacato e governo nei prossimi giorni''. Oltre all'abbattimento dello scalone il dl, secondo le richieste di Rifondazione, dovra' contenere ''un intervento sulle pensioni basse, e non solo minime, che dovra' essere evidente e sostanziale. Inoltre ci saranno gli ammortizzatori sociali e il piano casa''.

(www.rassegna.it, 14 giugno 2007)


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