Rassegna it: Contratti, accordo quadro senza la Cgil
governo a gamba tesa
E’ sperimentale e durerà quattro anni. Contratti triennali, rafforzamento del secondo livello. Epifani: “Si può procedere senza di noi ma alla fine si creeranno molti più problemi di quelli che si intende risolvere con questa forzatura”
A Palazzo Chigi è stato raggiunto un accordo quadro separato sulla riforma del modello contrattuale (scarica il documento). La Cgil non ha firmato. Via libera, invece, da Cisl, Uil e Ugl, insieme a Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali. Nei prossimi giorni scioglieranno la riserva Abi e assicurazioni. Il no della confederazione di Corso d’Italia era ampiamente annunciato, ed è stato confermato dal segretario generale Guglielmo Epifani, presente all’incontro. "Il livello nazionale non recupererà mai l'inflazione reale", ha detto Epifani. Secondo il segretario della Cgil "non vi è davvero un allargamento del secondo livello contrattuale" e "la derogabilità diventa un principio generale, la bilateralità si allarga a compiti impropri e crea una casta".
L’accordo è stato raggiunto dopo che, in una precedente riunione, il governo aveva esposto alle parti sociali le misure anticrisi. La mossa era nell’aria. Giorni fa, in un’intervista a Rassegna, Epifani aveva dichiarato: “Vi sono voci, non si capisce bene cosa si vuole fare. Si è lavorato in questi giorni, da parte di tanti, per estendere gli accordi separati di settore, mandando in cavalleria la possibilità di migliorare gli accordi fatti con Confindustria e Confcommercio. Sento parlare di una volontà di chiudere la partita. E’ chiaro che si deve sapere che è una partita che si chiude senza il nostro consenso e questo è un fatto obiettivamente grave perché le regole o sono condivise o non sono. Si può procedere senza di noi ma alla fine si creeranno molti più problemi di quelli che si intende risolvere con questa forzatura”.
Detto fatto. L’accordo, si legge nel documento diffuso dal governo al termine dell’incontro, ha "carattere sperimentale e per la durata di quattro anni", in sostituzione di quello vigente che risale al '93, che ha l'obiettivo "della crescita fondata sull'aumento della produttività e l'incremento delle retribuzioni".
Nell’accordo rientra la proposta delle associazioni imprenditoriali, che prevede una durata triennale tanto per la parte economica quanto per quella normativa, assetto su due livelli e calcolo dell'incremento salariale in base ad un indice di inflazione previsionale, "in sostituzione del tasso di inflazione programmata".
Per il secondo livello di contrattazione – si legge sempre nel documento - è necessario "che vengano incrementate, rese strutturali, certe e facilmente accessibili tutte le misure volte ad incentivare in termini di riduzione di tasse e contributi, la contrattazione di secondo livello che collega incentivi economici al raggiungimento di obiettivi di produttività ". E' quanto si legge nel testo sulle linee guida comuni delle imprese per la riforma degli assetti della contrattazione collettiva.
Un raggiante ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa congiunta col suo omologo alla Funzione pubblica Renato Brunetta, ha detto che l’intesa "ha una portata storica, non solo perche' sostituisce le intese sottoscritte il 23 luglio 1993, dopo una lunga e defatigante negoziazione, ma soprattutto perche' sostituisce per la prima volta il tradizionale approccio conflittuale nel sistema di relazioni industriali con quello cooperativo". Sacconi sottolinea come l'accordo quadro "promuova lo spostamento del cuore della contrattazione dal livello nazionale alla dimensione aziendale e territoriale ove - anche grazie alla detassazione del salario di produttivita' - le parti sono naturalmente portate a condividere obiettivi e risultati".
Sacconi, ammortizzatori anche per i parasubordinati
Estendere gli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori parasubordinati. Questa la posizione del governo sugli aiuti ai precari che perdono il posto di lavoro a causa della crisi. L'ha illustrata sempre Sacconi alle parti sociali nel tavolo di confronto sulle linee guida sulla manovra anticrisi, che ha preceduto il vertice sui contratti. Gli strumenti anticrisi individuati dall’esecutivo sono "contratti di solidarietà, cassa integrazione a rotazione e/o ad orario ridotto, settimana corta".
Per quanto un ulteriore finanziamento di 8 miliardi per gli ammortizzatori sociali, “tutto è rinviato a un tavolo tecnico tra governo e regioni", ha spiegato Sacconi.