Rassegna it: Brunetta, Cisl e Uil firmano l'accordo separato
L'intesa applica la riforma dei contratti nella P.A. Epifani: “Grave violazione delle regole democratiche"; Pantaleo (Flc): "Si riducono i diritti". Podda (Fp): "Accordo senza valore". Il ministero: "Cgil non invitata perché non firmò il 22 gennaio"
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e i sindacati di categoria di Cisl, Uil, Cisal, Confsal, Usae, Ugl e Cisalconfedir, a esclusione della Cgil, hanno siglato l'intesa che dà applicazione nel comparto del pubblico impiego all'accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali sottoscritto il 22 gennaio scorso.
L'intesa prevede un doppio livello contrattuale, contratto nazionale e decentrato; il collegamento tra la crescita retributiva e gli stipendi dei dipendenti pubblici e la previsione dell'indice Ipca dell'inflazione sterilizzata dall'aumento dei prezzi dei beni energetici; una sessione di concertazione tra governo e sindacati con cui valutare gli aumenti salariali nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica. Il documento prevede anche il ruolo predominante della valutazione, trasparenze e premialità del merito di amministrazioni, dirigenti e dipendenti nella contrattazione integrativa.
Le nuove regole saranno valide a partire dalla prossima tornata contrattuale 2010-2012 ed i sindacati dovranno presentare le proprie piattaforme sei mesi prima della scadenza contrattuale. L'accordo, infine, prevede anche il rafforzamento dell'Aran nella contrattazione, e la costituzione di un comitato paritetico governo-sindacati per il monitoraggio del buon funzionamento e gestione dell'intesa stessa.
Si aprira', dunque, gia' da giugno prossimo la stagione dei rinnovi del settore pubblico con nuove 'norme' anche per quel che riguarda i periodi di 'tregua' sindacale portati a sette mesi complessivi.
Il disappunto della Cgil sulla firma dell'intesa
è affidato ad
una lettera del segretario generale Guglielmo Epifani indirizzata al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Epifani afferma che si tratta di “una grave violazione delle regole democratiche", e di 'non conoscere il testo' dell'intesa, oltre che di 'non aver ricevuto alcuna convocazione ne' per partecipare alla riunione di oggi ne' per quelle che sicuramente hanno preceduto quella odierna'.
Nella missiva il segretario della Cgil ricorda che 'non puo' certo sfuggire la gravita' di questo gesto, che continua a non nascondere la volonta' del governo di dividere le organizzazioni sindacali provando ad isolare la Cgil, che nei settori pubblici e l'organizzazione maggiormente rappresentativa'. Epifani ricorda, poi, che 'altre controparti, a partire dalla Confindustria, hanno avuto un comportamento diverso, rispettoso delle relazioni sindacali e dell'autonomia delle parti sociali', e preannuncia che 'eventuali interventi di stravolgimento del sistema di rappresentanza nel settore pubblici, oggi definito dalla legge, sarebbero pienamente illegittimi, in quanto non oggetto di delega, e ci vedrebbe protagonisti di interventi anche di carattere legale'.
Epifani sottolinea infine che 'tutto cio' e' grave e accompagna la nostra valutazione negativa dell'accordo appena firmato, ma anche la ferma volonta' di far valere le nostre ragioni e quelle dei lavoratori in tutte le sedi nelle quali tale accordo separato potrebbe attuarsi a iniziare dai tavoli contrattuali relativi al pubblico impiego'.
Sul tema è intervenuto anche il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, avvertendo che con questa firma “si azzera il contratto, si riducono i diritti e si tenta di mettere il silenziatore ai lavoratori impedendo le elezioni delle Rsu”. “L'intesa – afferma Pantaleo – oltre a recepire, in peggio, i contenuti dell'accordo confederale, su cui più di tre milioni di lavoratori e lavoratrici hanno espresso la propria contrarietà in un referendum, fa proprie le norme della legge Brunetta di riforma della contrattazione nella pubblica amministrazione”, che “riducono pesantemente i salari, azzerano la contrattazione e annullano dal 2011 tutti i contratti integrativi”.
Per Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil, infine, la firma dell'accordo nel pubblico impiego "è un atto di tripla iattanza da parte del ministro Brunetta". "Un tale accordo nel pubblico impiego - continua - non ha alcun valore, perché per modificare le regole è necessario varare provvedimenti legislativi, già sottoposti al vaglio delle parti sociali, cosa che in questo caso non è avvenuta". Sulla mancata convocaziona della Cgil, Podda è invece 'disilluso': "Del resto Brunetta è il ministro del 'Chi se ne frega della Cgil' e prevede di sospendere sine die le elezioni delle Rsu".
“La Cgil non è stata invitata alla sottoscrizione dell'accordo applicativo del nuovo modello contrattuale, in quanto non firmataria dell'accordo quadro sottoscritto lo scorso 22 gennaio a Palazzo Chigi”. Così afferma una una nota del dipartimento della Funzione pubblica. Trattandosi infatti di un accordo applicativo, afferma il ministero, “non vi era alcun motivo giuridico per invitare organizzazioni sindacali che non hanno firmato l'accordo quadro. Si tratta solo di buon senso, senza alcuna volontà discriminatoria. Ovviamente le organizzazioni sindacali non firmatarie verranno immediatamente convocate a Palazzo Vidoni per la firma dell'accordo applicativo qualora decidessero di sottoscrivere l'accordo quadro”.Il Dipartimento, conclude la nota, “resta comunque disponibile a dar loro qualsiasi informazione e rende noto che il testo dell'accordo applicativo è consultabile sul sito del ministero per la Pubblica amministrazione e l'innovazione”.