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rainews-Scuola. Scompare l'obbligo, diventa un diritto dovere

Scuola. Scompare l'obbligo, diventa un diritto dovere Letizia Moratti Roma, 21 maggio 2004 L'obbligo scolastico sancito dalla Costituzione diventa diritto-dovere (all'istruzione e alla for...

22/05/2004
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Scuola. Scompare l'obbligo, diventa un diritto dovere

Letizia Moratti

Roma, 21 maggio 2004

L'obbligo scolastico sancito dalla Costituzione diventa diritto-dovere (all'istruzione e alla formazione) e l'opposizione insorge.
Il ministro Moratti ha aggiunto oggi altri tasselli al mosaico della sua riforma della scuola presentando al consiglio dei ministri due nuovi decreti attuativi che si aggiungono a quelli già varati relativi al primo ciclo dell'istruzione e al riordino dell'Invalsi, l'istituto per la valutazione del sistema scolastico.
Con il primo provvedimento approvato oggi si introduce nell'ordinamento il concetto di diritto-dovere all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni e, comunque, fino al conseguimento di una qualifica entro il 18mo anno di età. L'innalzamento dagli attuali 9 a 12 anni sarà graduale e già dal prossimo anno scolastico (2004-2005) partirà il primo innalzamento della scolarità obbligatoria di un anno.
L'altro decreto, quello sull'alternanza scuola-lavoro, consentirà agli studenti fra i 15 e i 18 anni che frequentano i licei o le scuole di istruzione professionale di scegliere questa modalità di formazione per acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro accanto all'istruzione di base. Questi particolari percorsi formativi saranno attuati sulla base di convenzioni con le imprese, con enti pubblici e privati, con le camere di commercio, con il mondo del non profit.

Immediata la reazione delle forze dell'opposizione che già nei giorni scorsi, sulla base delle anticipazioni trapelate, avevano storto il naso rispetto ai contenuti dei due decreti, presentati, peraltro - hanno contestato oggi - in mancanza di un necessario quadro di riferimento visto che mancano ancora le nuove norme sul secondo ciclo d'istruzione.
A suscitare l'indignazione del centro-sinistra e dei sindacati è soprattutto il decreto sul diritto-dovere.
Il ministro Moratti oggi, in conferenza stampa, a Palazzo Chigi, ha assicurato che la diversa definizione non cambia la sostanza: "I ragazzi saranno obbligati ad andare a scuola, o nel percorso dell'istruzione o in quello dell'istruzione e formazione". E ha aggiunto che il Governo ha tutta l'intenzione di rivedere le sanzioni attualmente previste per le inadempienze rendendole più severe. Ma le sue parole non hanno ammorbidito le critiche.

Netto il giudizio dei sindacati
Lo schema del decreto sul diritto-dovere " è inaccettabile perchè cancella una grande conquista democratica come l'obbligo scolastico" afferma il segretario generale della Flc-Cgil Enrico Panini e il suo collega della Cisl, Francesco Scrima, definisce il provvedimento "carente, insufficiente e contraddittorio".
Sul fronte politico sono tante le prese di posizioni contrarie
"Con il decreto Moratti - osserva Ranieri della segreteria Ds - i figli dei ricchi frequenteranno i licei e quelli dei poveri verranno dirottati sulla formazione professionale". Per la sua compagna di partito Maria Chiara Acciarini "il fumoso diritto-dovere ci riporta indietro di 30 anni" e un'altra diessina Giovanna Grignaffini è convinta che questo Governo sui temi che riguardano l'istruzione "sa fare solo propaganda e raccontare frottole". Di "bufala da spot elettorale" parla il senatore Verde Fiorello Cortiana mentre per Albertina Soliani della Margherita la Moratti con l'obbligo scolastico sta facendo "come per il tempo pieno: lo smonta e lo cancella e poi dice che è rimasto tale e quale". Per Titti De Simone (Prc) siamo di fronte a "un ennesimo specchietto per le allodole, dietro il quale si nasconde una trappola micidiale che
portera' alla rovina il diritto allo studio". Dello stesso parere Pino Sgobio (Pdci) secondo il quale l'esecutivo "sta rovesciando il sistema scolastico italiano cancellando nei fatti il diritto allo studio".

Favorevoli gli industriali
A fianco del ministro Moratti si schierano Confindustria e Unioncamere che accolgono con grande favore il decreto sull'alternanza scuola-lavoro. "Da oggi la scuola - hanno commentato gli industriali - è più aperta al territorio e l'impresa diventa anche un luogo formativo. Inoltre, si è fatto un passo importante per avvicinare i giovani al lavoro, aspetto essenziale per la competitività del nostro Paese".
"Andiamo - ha aggiunto il Presidente di Unioncamere Carlo Sangalli - verso una scuola più moderna e al passo con l'Europa". Non solo. " Il riconoscimento del valore formativo del lavoro - assicura il sottosegretario all'Istruzione Siliquini - è una delle vie principali per combattere e ridurre la dispersione scolastica".
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