Quota 96, Giannini rinvia il problema degli esodati della scuola dopo il voto
Flash mob e proteste. Stefania Giannini: «Ne ho parlato con Padoan: il problema verrà affrontato dopo la campagna per le europee». Damiano (Pd): «Renzi risolva il nodo degli insegnanti»
Antonella De Gregorio
Pensione scuola e Quota 96, nulla di fatto. I docenti e il personale Ata che attendono di lasciare cattedre e banchi da quattro anni sono delusi. Contro quelle che ritengono promesse «sempre più vaghe» hanno inscenato in questi giorni scioperi e proteste: striscioni nelle scuole il 13 maggio; proteste a Montecitorio il 15; presidio in piazza il 16, con lettura, davanti a Montecitorio, di tutti gli articoli della Costituzione violati per la questione dell’errore della riforma delle pensioni Fornero. Tanto che nel pomeriggio di oggi è intervenuta anche Stefania Giannini. «Subito dopo la fine della campagna elettorale per le europee - ha assicurato il ministro dell’Istruzione - verrà affrontato il problema dei pensionati della scuola quota 96». Giannini ha spiegato di aver incontrato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per affrontare la questione. «Abbiamo messo vari capitoli specifici tra cui anche questo in agenda - ha detto - non a partire da questa settimana, ma subito dopo ci vedremo». «Questo aspetto - ha sottolineato ancora Giannini - riguarda circa 4.000 persone, sarebbe già un importante impegno, credo che ci sia lo spazio». Ma intanto va avanti la raccolta di firme della Lega per l’abolizione della riforma del ministro del Lavoro del governo Monti, i deputati del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo hanno organizzato un flash mob alla Camera, esibendo una maglietta con una doppia scritta : «Quota 96 - Pensionati esasperati da un diritto violato» e «Quota 96 - inFORNERati - un diritto e non un privilegio».
I Quota 96
Il problema relativo agli esodati della scuola - ovvero quei lavoratori della cosiddetta «Quota 96» che, nonostante avessero già maturato i requisiti per accedere al trattamento pensionistico, sono rimasti senza pensione con l’approvazione della riforma pensioni Fornero che ha innalzato l’età pensionabile - non ha finora trovato soluzione.
«Un errore»
Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera ritiene «necessario porre rimedio a un errore compiuto dalla riforma Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico (primo settembre-31 agosto) non coincide con quello solare». Questa «disattenzione» - ha detto Damiano - « ha causato un’ingiustizia e impedito a molti insegnanti di poter andare in pensione». Sulla stessa linea la Cgil, che chiede di «risolvere questo problema per una questione di giustizia per il personale della scuola».
I numeri
L’argomento, peraltro, ricorda l’ex ministro «è già stato oggetto di una risoluzione delle commissioni Bilancio e Lavoro, sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari e della risoluzione con la quale la Camera il 17 aprile ha approvato il Def 2014. Il governo si è impegnato, in quell’occasione, alla soluzione dei problemi previdenziali del settore scuola oltre a quello degli esodati». Damiano ricorda anche i numeri: «La platea del settore scuola ammonta a poco più di 4mila unità, con un onere stimato dall’Inps di circa 35 milioni di euro per il 2014, 106 per il 2015, 107 milioni di euro per il 2016, 108 milioni di euro per l’anno 2017 e 72 milioni di euro per l’anno 2018. Una copertura finanziaria non eccessiva che risolverebbe una situazione assurda e che consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4mila giovani insegnanti».
Il ministro: «Rimediare»
Il Ministro dell’istruzione Stefania Giannini aveva dichiarato in aprile che la questione Pensioni Quota96 «è ormai diventata un “capitolo politico”» e che non intende «farne una “battaglia primaria” ma trovare il modo di rimediare sfruttando le risorse disponibili nell’ambito del DEF 2014». Dichiarazioni che facevano seguito all’approvazione del Parlamento di una Risoluzione che impegna il Governo a risolvere la questione Quota 96. E sempre il ministro, in una recente intervista, aveva ammesso che la situazione dei Quota 96 è «frutto di un errore legislativo» e che «deve essere affrontata» il prima possibile, precisando che «il governo potrebbe anche precedere il Parlamento» nel varare un provvedimento che metta finalmente la parola fine alla situazione. Dichiarazioni politiche che però si sono sin qui scontrate con il no della Ragioneria dello Stato, che aveva stabilito che i 450 milioni di euro necessari per chiudere la partita, semplicemente non ci sono.