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“Questo è il ranking del Qua Qua”: i rettori al ballo del Quacqua … relli

Il 15 settembre 2015 potrebbe entrare negli annali come il martedì nero delle università italiane

15/09/2015
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ROARS

Il 15 settembre 2015 potrebbe entrare negli annali come il martedì nero delle università italiane. Nell’edizione 2015 dei QS Ranking, una delle più note classifiche internazionali degli atenei, la quasi totalità degli atenei italiani potrebbe scivolare indietro di decine se non di centinaia di posizioni. La colpa sarà attribuita ai ministri passati e presenti, ai baroni e ai baronetti, alle università sottocasa e alla mancanza di meritocrazia. Come accompagnare degnamente questo rito funebre? Con la Messa di Requiem di Mozart? Il Dies Irae di Giuseppe Verdi? Oppure Fortunae plango vulnera dei Carmina Burana? Niente di tutto ciò. Se dipendesse dalla Redazione di Roars, non esitiamo a dire che faremmo ricorso al Ballo del qua qua. Non stiamo scherzando. O almeno, non più del solito e ora vi spieghiamo perché …

BalloQuaQua2

Domani, 15 settembre 2015 è una giornata che potrebbe essere destinata ad entrare negli annali come il martedì nero delle università italiane. Nell’edizione 2015 dei QS Ranking, una delle più note classifiche internazionali degli atenei, la quasi totalità degli atenei italiani potrebbe scivolare indietro di decine se non di centinaia di posizioni. Forse si salveranno solo i Politecnici, a dimostrazione che Stefano Feltri aveva ragione quando esortava i giovani a intraprendere lauree tecniche.

Possiamo immaginare i commenti sulla stampa. La morte annunciata dell’università dei baroni: un castello decadente e minato alle fondamenta per cui scocca l’ora fatale. Qualcuno, più generoso scriverà di un paziente agonizzante che muore stroncato dai salassi inflitti da medici incompetenti. La colpa sarà attribuita ai ministri passati e presenti, ai baroni e ai baronetti, alle università sottocasa e alla mancanza di meritocrazia, al lassismo del ’68 e chissà a che altro.

Come potremmo accompagnare degnamente questo rito funebre? Con la Messa di Requiem di Mozart? Il Dies Irae di Giuseppe Verdi? Oppure Fortunae plango vulnera dei Carmina Burana?

Niente di tutto ciò. Se dipendesse dalla Redazione di Roars, non esitiamo a dire che faremmo ricorso al Ballo del qua qua.

Non stiamo scherzando. O almeno, non più del solito.

Al di là dell’assonanza con Quacquarelli-Symonds, che è il nome per esteso della classifica QS, ci sono almeno due ragioni per accostare questo martedì nero ad un allegro ballo di paperotti.

Cominciamo col dire che è difficile prendere troppo sul serio la classifica QS, particolarmente nota per i suoi svarioni, come osservato da Richard Holmes, un esperto di classifiche degli atenei, il cui blog, University Ranking Watch, è una delle migliori sedi di critica e analisi delle più svariate classifiche diffuse a livello mondiale:

During its short venture into the ranking business QS has shown a remarkable flair for error. In terms of quantity and variety they have no peers. All rankers make mistakes now and then but so far there has been nobody quite like QS.

Giusto un anno fa avevamo pubblicato un post intitolato: Ranking QS: la Top 10 degli svarioni più spettacolari.

E la previsione del crollo degli atenei italiani non ci deriva da capacità divinatorie (che non abbiamo). Piuttosto, siamo stati messi in guardia proprio da Richard Holmes che già qualche settimana fa aveva previsto lo tsunami che presumibilmente sconvolgerà la classifica QS di domani:

It would seem then that there are likely to be some big rises and big falls this September. I would guess that places strong in humanities, social sciences and engineering like LSE, New York University and Nanyang Technological University may go up and some of the large US state universities and Russian institutions may go down

Come mai? Molto semplicemente, QS ha cambiato le regole in corsa con due novità consistenti relative a due dei principali indicatori: reputation survey (che conta per il 40+10%) e citation per faculty (che conta per il 20%)

  • Per quanto riguarda il primo indicatore (un indicatore estremamente soggettivo e dipendente anche dalla serietà e disponibilità di coloro che compilano il questionario) c’è stato un ampliamento dell’arco temporale considerato tenendo in considerazione non più solo gli ultimi tre anni ma andando indietro di 4 e 5 anni anche se con un peso minore.
  • Nel secondo indicatore “citations per faculty”, una misura dell’impatto della ricerca prodotta, sulla base delle citazioni ottenute dagli autori di tali ricerche, nelle pubblicazioni scientifiche Internazionali, in questa edizione del QS si è deciso di normalizzare questo indicatore in modo che il peso relativo di questo indicatore nelle 5 macroaree fosse uguale (in tutti i casi 20%). Ciò è stato fatto per evitare di favorire eccessivamente (come sarebbe stato fatto in passato) le università con facoltà di medicina (o anche di scienze) particolarmente forti.
  • Una terza modifica è quella di aver escluso le pubblicazioni frutto di grandi collaborazioni (più di dieci affiliations rappresentate) che per alcuni atenei italiani rappresentano parecchie centinaia di pubblicazioni (soprattutto nell’ambito della fisica).

Il secondo cambiamento è destinato ad attribuire un peso decisamente maggiore alla produzione scientifica nelle aree Arts & Humanities e Social Sciences & Management che precedentemente pesavano assai poco. Si tratta, tuttavia, di aree in cui si fa largo uso delle lingue madri nazionali, mentre i dati Scopus utilizzati da QS coprono solo parte della produzione scientifica in lingua inglese. Una distorsione di cui QS appare consapevole, menzionando

adjustments to account for language bias emerging from placing greater emphasis on subjects in which a higher proportion of material is published in language other than English.

Ciò nonostante, la lettura della Technical Explanation non dà alcuna spiegazione esauriente di come le formule usate siano  in grado di compensare un fenomeno così complesso come il language bias. Un vero e proprio “salto nel buio” per gli atenei generalisti italiani, che sarà invece risparmiato ai Politecnici che potranno anzi avvantaggiarsi del maggior peso attribuito a Engineering & Technology rispetto a Life Sciences & Medicine e Natural Sciences. Non a caso, Holmes prevede un’impetuosa ascesa della Nanyang Technological University.

Quelle introdotte da QS sono modifiche così radicali da assimilare la nuova classifica ad un “ballo del qua qua” in cui ci sarà chi va di qua e chi va di là solo perché sono cambiate le regole del ballo. Una specie di “anno zero” del Ranking QS, che però dubitiamo verrà accolto come tale dai mezzi di informazione. Con il risultato di assegnare medaglie e gogne del tutto arbitrarie.

La seconda ragione per accostare la classifica QS al ballo del qua qua riguarda i rettori degli atenei italiani. I quali non capendo (o fingendo di non capire) la natura pseudoscientifica dei ranking internazionali non esitano a gettarsi nelle danze ogni qual volta il loro ateneo guadagna una manciata di posizioni.

“Mi preme mettere in evidenza la performance dell’Università di Siena nella classifica inglese – ha sottolineato il rettore Angelo Riccaboni – perché da questa emerge senza dubbio che siamo tra le migliori istituzioni di educazione al mondo e tra le migliori in Italia. Il raggiungimento del risultato acquista ancora più importanza se si considerano le dimensioni della nostra università e se viene messo in relazione con le ridotte risorse con cui i ricercatori italiani portano avanti il loro lavoro”.
Il ranking QS, redatto da Quacquarelli Symonds, è tra i più autorevoli al mondo: la classifica ha analizzato le posizioni delle migliori 863 università tra gli oltre 10.000 Atenei del mondo.

Università di Siena – Comunicato stampa del 14.09.2014

QS ranks: UNIBO is the only Italian university in the top two hundred
Alma Mater lies in 182nd position, up six places on last year.

https://www.unibo.it/en/research/qs-ranks

Quale dichiarazione rilascerà il rettore Riccaboni se domani Siena dovesse scendere di 100-200 posizioni nella classifica QS? Oserebbe dire che da essa “emerge senza dubbio che NON siamo tra le migliori istituzioni di educazione al mondo e tra le migliori in Italia”? Oppure ribadirà che “Il ranking QS, redatto da Quacquarelli Symonds, è tra i più autorevoli al mondo”?

E Bologna, che nel 2014 vantava di aver guadagnato sei posizioni (!), segnalerà di quante posizioni è scesa quest’anno?

Perché è questa la vera morale del ballo del Quacquarelli.

Se accetti di danzare, un anno vai di qua … e l’anno dopo vai di là.

E per finire, suggeriamo ai rettori delusi di ricorrere al “canta che ti passa”, intonando la filastrocca de

Il Ranking del Quacqua

Questo e’ il ranking del qua qua
e del rettor che sa
fare solo qua qua qua
più qua qua qua
nonna papera e il rettor
con le mani fan qua qua
e un posto vola già
di qua e di là
le ginocchia piega un po’
poi scodinzola così
batti forte le tue mani
e fai qua qua
con un salto vai più in là
con i dati torna qua
ma che grande novità
e’ il qua qua qua .
Prendi sotto braccio
la classificà
basta aver coraggio
all’arrembaggio
col qua qua qua.
Questo e’ il ranking del qua qua
e del rettor che sa
fare solo qua qua qua
più qua qua qua
nonna papera e il rettor
con le mani fan qua qua
e un posto vola già
di qua e di là
le ginocchia piega un po’
poi scodinzola così
batti forte le tue mani
e fai qua qua
con un salto vai più in là
con le ali torna qua
ma che grande novità
e’ il qua qua qua.


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