Questa ci mancava
Aristarco Ammazzacafè
QUESTA CI MANCAVA
Nell'elenco dei problemi che assillano la nostra scuola, quella sollevata dal Ministro Fioroni sulle sanzioni disciplinari del personale (Circ. n. 72 di fine dicembre) si colloca, nella mia percezione, intorno al cinquantesimo posto: prima delle divise dei collaboratori scolastici e dopo l'uso della telecamera ai cancelli degli istituti superiori (o il prezzo del caffè ai bar scolastici, se proprio volete).
Ma probabilmente devo essermi distratto se la questione è stata sollevata non in una normale intervista televisiva o giornalistica, né in occasione degli auguri natalizi davanti a un prosecchino di Valdobbiatene; ma nientemeno che attraverso una Circolare di ben 17 pagine che, con le 2 di presentazione, fanno 19. Che sono le pagine di un saggio rispettabile.
Ora, che ci sia una questione di sanzioni disciplinari per il personale della scuola lo sanno bene, oltre al ministro, anche i suoi parenti stretti e gli amici intimi; e anche qualche estimatore (in ogni caso, non meno di 25), diffuso più là che qua.
Perciò il ministro è partito all'attacco, forse preoccupato da alcuni casi a livello nazionale e che pensava gli facessero fare brutta figura.
E così prende carta e penna, o l'equivalente tecnologico, e scrive 17 pagine in cui ci ricorda ad esempio, nel caso ce ne fossimo dimenticati:
a. che nelle sanzioni bisogna essere tempestivi ed efficaci (che è quanto dire);
b. che bisogna rispettare i termini previsti dalla legge (a questa affermazione, perentoria e indifettibile, segue nel testo un riepilogo dettagliato degli stessi, che uno dice subito: però! E non se ne capacita);
c. che se il Dirigente scolastico non prende provvedimenti contro un dipendente del suo istituto, qualcun altro li può prendere contro di lui: che sia chiaro;
d. che ognuno prenda i provvedimenti che gli competono; come a dire: nessun prenda provvedimenti che non gli competono. Li avete visti voi gli assistenti amministrativi che si permettono di censurare il Direttore generale? Ecco, non si fa;
e. che la recidiva e la riabilitazione hanno regole che bisogna applicare correttamente (dove il messaggio implicito è: che nessuno si periti di applicarlo scorrettamente. Siamo matti!);
f. che ci sono due tipi di interventi cautelativi: la sospensione obbligatoria e quella facoltativa: con annessi e connessi che dottamente si inseguono per tre pagine. E tu che ti chiedi: ma perché? E non trovi ragione.
Eccetera.
Come si vede, novità importanti e soprattutto prioritarie e urgenti, oltre che eccitanti e frementi. A giudicare almeno dall'impegno messo nella stesura (mai si era visto, a memoria di preside, una circolare di tante pagine. Un primato. Così si fa!), oltre che dal tono volto a incoraggiare interruzioni cautelative.
Prioritarie e urgenti più ancora che questioni come il Biennio delle superiori o l'edilizia scolastica, lo sviluppo dell'autonomia o la formazione e valorizzazione del personale. Per limitarsi alle quisquiglie.
Vuoi mettere invece, alla ripresa delle lezioni, una direttiva sulle sanzioni disciplinari? Nessun confronto possibile. Caso eccitante di spiazzamento; con sbalordimento.
Bisogna davvero convenirne, se proprio si vuole.
Aristarco Ammazzacaffè