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Quei voti ingiustamente corretti per scavalcare regole troppo rigide

come può essere giustificata la non ammissione per una sola insufficienza, magari in una materia non di indirizzo? E spesso con valutazioni lusinghiere, se non molto positive, in tutte le altre materie?

30/06/2013
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Le regole da cambiare per migliorare la maturità


di InnocentePessina la Repubblica Ed. Milano - 26 giugno 2013


Mentre valutiamo gli scritti e in attesa degli orali, vorrei fare un passo indietro. Anche stavolta ho verificato una palese ingiustizia che discrimina gli studenti ammessi alla maturità. Da qualche anno gli studenti per accedere all' esame devono avere raggiunto la sufficienza in tutte le materie. È la conseguenza di una norma che, giustamente, ha voluto ripristinare la serietà perduta di un passaggio formativo importante come è l' esame finale della scuola superiore. Prima bastava essere stati valutati in tutte le materie, qualunque valutazione fosse, sufficiente o meno. Uno studente poteva dunque non aver fatto nulla tutto l'anno, avere 2 in tutte le materie ed essere ammesso lo stesso all'esame. Un maggiore rigore (io la chiamo semplicemente serietà) era quindi necessario e doveroso. Agli esami finali sei ammesso solo se hai dimostrato di meritartelo. Giusto e sacrosanto.

Ma cosa succede veramente negli scrutini finali delle ultime classi? Succede che si ammettono agli esami anche studenti che non hanno raggiunto la completa sufficienza in tutte le materie. Avviene in tutte le scuole. D'altra parte come può essere giustificata la non ammissione per una sola insufficienza, magari in una materia non di indirizzo? E spesso con valutazioni lusinghiere, se non molto positive, in tutte le altre materie? Solitamente i Consigli di classe li valutano comunque meritevoli di cimentarsi con gli esami e così modificano l'insufficienza con un sei.

Legittimo, naturalmente, perché i voti delle varie discipline sono solo proposti dai docenti e devono essere decisi e ratificati dal Consiglio di classe. Almeno dalla sua maggioranza. È una prassi, di buon senso, che di solito crea qualche imbarazzo e molta ipocrisia. Infatti la media dei voti, che determina il credito scolastico e che concorrerà a sua volta a determinare il voto finale dell' esame, sarà falsata dal voto «aggiustato» dal Consiglio di classe. Un conto è avere una media, come dire, pulita con tutti i voti meritati, ed un conto è avere la media con uno o due voti «aggiustati». È una palese ingiustizia, perché chi ha raggiunto con le sue gambe la sufficienza viene trattato allo stesso modo di chi ha avuto un voto corretto dal Consiglio di classe.

La soluzione di questa evidente discriminazione? Abolire l' attuale norma e ritornare al passato, quando il Consiglio di classe decideva liberamente di ammettere o meno all' esame di Stato i propri studenti e calcolare il credito scolastico sulla media «vera» dei voti. I professori e solo loro conoscono il percorso formativo e didattico dei propri studenti. Conoscono i loro limiti e le loro potenzialità e sanno benissimo che un numerino in pagella non sempre riesce a rappresentare la complessità e l' unicità di un percorso scolastico. Per questo il Consiglio di classe deve essere libero da rigidità e automatismi che potrebbero limitare e ridurre la valutazione dello studente in schematismi inadeguati. Gli studenti meritano una valutazione più ampia e soprattutto meritano di essere trattati per quello che sono. L'ipocrisia di una media falsata, pur legittimamente, non è un bel segnale che lasciamo in eredità ai nostri studenti.


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