«Quasi 6 mila sì dalle scuole per le attività anche in estate»
Parla il Ministro Bianchi
di Claudia Voltattorni
Roma «Il Covid ci ha fatto scoprire una cosa che sembrava scontata: la centralità della scuola. Lo abbiamo visto quando il ritorno a scuola è stato atteso e poi accolto con gioia da tutta la comunità». Cento giorni dopo essere diventato ministro dell’Istruzione, il professore Patrizio Bianchi fa il punto sull’anno scolastico più difficile.
Professore, manca meno di un mese alla fine della scuola ormai, quale è il bilancio nei suoi primi tre mesi da ministro?
«Positivo, nonostante tutte le difficoltà. Intanto, posso rivendicare con orgoglio che siamo riusciti a riportare tutti a scuola, non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Il ritorno in classe è la riconquista non solo di una presenza in aula ma di uno stare insieme, di un vivere la scuola come luogo dell’affetto e dell’affettività».
La scuola è stata una delle priorità indicate dal premier Mario Draghi nel suo discorso di insediamento .
«E lo è ancora. Lo dimostrano le risorse messe nel decreto Sostegni bis e poi nel Pnrr (quasi 20 miliardi, ndr ). E il patto sulla scuola siglato giovedì con i sindacati segue quel percorso di dialogo continuo per rimetterla al centro: intervenire sulla scuola significa intervenire sul futuro di un Paese, è la cartina tornasole del funzionamento di un Paese».
Molti liceali in realtà stanno ancora alternando presenza in classe a Didattica a distanza e in tanti sono preoccupati dalle bocciature...
«Come noto, con un’apposita circolare abbiamo chiesto alle scuole di tenere conto del particolare anno vissuto dai ragazzi. Bisogna avere fiducia nella scuola e nella capacità dei nostri insegnanti di valutare correttamente i loro studenti».
Questa sarà l’ultima maturità senza scritti?
«In realtà, la prova scritta in questa maturità c’è: in marzo è stato dato un elaborato su cui i ragazzi hanno dovuto lavorare e che diventa la base per il colloquio. L’esame di maturità sarà vedere la capacità dei ragazzi di affrontare un tema, elaborarlo e poi spiegarlo: saperlo fare io credo sia fondamentale per affrontare la vita da adulti».
Questa formula potrebbe essere replicata anche il prossimo anno?
«Ora vediamo come va l’esame. Poi faremo una valutazione».
Le scuole apriranno anche in estate? Molti hanno detto che i ragazzi d’estate vogliono andare in vacanza.
«Oltre 5.800 istituti tra scuole statali e paritarie hanno presentato progetti per ricevere le risorse Pon. Le domande si chiudevano ieri. Mi sembra un bel segnale. Per il Piano estate le scuole dispongono anche dei 150 milioni del decreto Sostegni».
Come sarà il rientro a settembre?
«In piena sicurezza: stiamo lavorando molto con gli altri ministeri, le Regioni, le Province e i Comuni affinché questo avvenga. Valuto positivamente l’idea della Regione Lazio di vaccinare subito i ragazzi che dovranno fare la maturità e attendiamo il 28 maggio il responso dell’Ema sul vaccino per la fascia 12-16 anni. Contiamo molto su questo».
Ci sarà anche quest’anno il balletto di cattedre e supplenze?
«Stiamo lavorando affinché ogni professore sia al suo posto fin dal primo settembre. Abbiamo anticipato a fine luglio l’immissione in ruolo, ed entro fine agosto si penserà alle supplenze. Con il nuovo decreto Sostegni abbiamo avviato un piano di assunzioni da 70 mila posti per coprire le cattedre vacanti. Lo faremo con chi ha vinto i precedenti concorsi ed è nelle graduatorie, ma stiamo anche avviando nuove procedure concorsuali. Chi parla di sanatorie fa una critica ingiusta perché è un piano strutturato per dare spazio sia a chi già insegna e deve essere stabilizzato, sia ai giovani che vogliono insegnare. L’obiettivo è di istituire concorsi regolari annuali».
Oggi mancano ancora insegnanti di matematica, fisica, informatica. Come fare per trovarli?
«L’Europa ci chiede più insegnanti nelle materie Stem, ecco perché con il Sostegni bis abbiamo accelerato il concorso ordinario per assumere 3 mila insegnanti delle materie scientifiche che mancano. Ma bisogna puntare anche sull’orientamento, ne stiamo ragionando con la ministra dell’Università Cristina Messa. Vogliamo che il mestiere di insegnante non sia una scelta residuale ma un percorso di vita, bisogna ridare dignità alla professione».
Continuerà la Dad?
«La Dad ha permesso alla scuola di continuare le lezioni, non è stata un’alternativa alla presenza ma un’alternativa all’assenza. Poi si è evoluta: l’uso delle tecnologie è oggi molto più diffuso. Esistono decine di esempi nella scuola di come la tecnologia possa essere utilizzata in maniera partecipata e coinvolgente e potrà esserlo anche in futuro: penso al tema della disabilità, ai collegamenti con studenti di altre scuole, ai gemellaggi con istituti di altri Paesi».
Che fine faranno i banchi con le rotelle?
«Le scuole nella loro autonomia sapranno come utilizzarli».
Per le scuole aperte anche in estate «già 5.800 istituti statali e paritari hanno presentato i progetti per ricevere le risorse». Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi pensa anche al rientro di settembre: «Sarà in piena sicurezza, aspettiamo che l’Ema autorizzi i vaccini per la fascia d’età 12-16 anni».
Roma «Il Covid ci ha fatto scoprire una cosa che sembrava scontata: la centralità della scuola. Lo abbiamo visto quando il ritorno a scuola è stato atteso e poi accolto con gioia da tutta la comunità». Cento giorni dopo essere diventato ministro dell’Istruzione, il professore Patrizio Bianchi fa il punto sull’anno scolastico più difficile.
Professore, manca meno di un mese alla fine della scuola ormai, quale è il bilancio nei suoi primi tre mesi da ministro?
«Positivo, nonostante tutte le difficoltà. Intanto, posso rivendicare con orgoglio che siamo riusciti a riportare tutti a scuola, non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Il ritorno in classe è la riconquista non solo di una presenza in aula ma di uno stare insieme, di un vivere la scuola come luogo dell’affetto e dell’affettività».
La scuola è stata una delle priorità indicate dal premier Mario Draghi nel suo discorso di insediamento .
«E lo è ancora. Lo dimostrano le risorse messe nel decreto Sostegni bis e poi nel Pnrr (quasi 20 miliardi, ndr ). E il patto sulla scuola siglato giovedì con i sindacati segue quel percorso di dialogo continuo per rimetterla al centro: intervenire sulla scuola significa intervenire sul futuro di un Paese, è la cartina tornasole del funzionamento di un Paese».
Molti liceali in realtà stanno ancora alternando presenza in classe a Didattica a distanza e in tanti sono preoccupati dalle bocciature...
«Come noto, con un’apposita circolare abbiamo chiesto alle scuole di tenere conto del particolare anno vissuto dai ragazzi. Bisogna avere fiducia nella scuola e nella capacità dei nostri insegnanti di valutare correttamente i loro studenti».
Questa sarà l’ultima maturità senza scritti?
«In realtà, la prova scritta in questa maturità c’è: in marzo è stato dato un elaborato su cui i ragazzi hanno dovuto lavorare e che diventa la base per il colloquio. L’esame di maturità sarà vedere la capacità dei ragazzi di affrontare un tema, elaborarlo e poi spiegarlo: saperlo fare io credo sia fondamentale per affrontare la vita da adulti».
Questa formula potrebbe essere replicata anche il prossimo anno?
«Ora vediamo come va l’esame. Poi faremo una valutazione».
Le scuole apriranno anche in estate? Molti hanno detto che i ragazzi d’estate vogliono andare in vacanza.
«Oltre 5.800 istituti tra scuole statali e paritarie hanno presentato progetti per ricevere le risorse Pon. Le domande si chiudevano ieri. Mi sembra un bel segnale. Per il Piano estate le scuole dispongono anche dei 150 milioni del decreto Sostegni».
Come sarà il rientro a settembre?
«In piena sicurezza: stiamo lavorando molto con gli altri ministeri, le Regioni, le Province e i Comuni affinché questo avvenga. Valuto positivamente l’idea della Regione Lazio di vaccinare subito i ragazzi che dovranno fare la maturità e attendiamo il 28 maggio il responso dell’Ema sul vaccino per la fascia 12-16 anni. Contiamo molto su questo».
Ci sarà anche quest’anno il balletto di cattedre e supplenze?
«Stiamo lavorando affinché ogni professore sia al suo posto fin dal primo settembre. Abbiamo anticipato a fine luglio l’immissione in ruolo, ed entro fine agosto si penserà alle supplenze. Con il nuovo decreto Sostegni abbiamo avviato un piano di assunzioni da 70 mila posti per coprire le cattedre vacanti. Lo faremo con chi ha vinto i precedenti concorsi ed è nelle graduatorie, ma stiamo anche avviando nuove procedure concorsuali. Chi parla di sanatorie fa una critica ingiusta perché è un piano strutturato per dare spazio sia a chi già insegna e deve essere stabilizzato, sia ai giovani che vogliono insegnare. L’obiettivo è di istituire concorsi regolari annuali».
Oggi mancano ancora insegnanti di matematica, fisica, informatica. Come fare per trovarli?
«L’Europa ci chiede più insegnanti nelle materie Stem, ecco perché con il Sostegni bis abbiamo accelerato il concorso ordinario per assumere 3 mila insegnanti delle materie scientifiche che mancano. Ma bisogna puntare anche sull’orientamento, ne stiamo ragionando con la ministra dell’Università Cristina Messa. Vogliamo che il mestiere di insegnante non sia una scelta residuale ma un percorso di vita, bisogna ridare dignità alla professione».
Continuerà la Dad?
«La Dad ha permesso alla scuola di continuare le lezioni, non è stata un’alternativa alla presenza ma un’alternativa all’assenza. Poi si è evoluta: l’uso delle tecnologie è oggi molto più diffuso. Esistono decine di esempi nella scuola di come la tecnologia possa essere utilizzata in maniera partecipata e coinvolgente e potrà esserlo anche in futuro: penso al tema della disabilità, ai collegamenti con studenti di altre scuole, ai gemellaggi con istituti di altri Paesi».
Che fine faranno i banchi con le rotelle?
«Le scuole nella loro autonomia sapranno come utilizzarli».