Quando la cattedra arriva alla soglia della pensione
È arrivato quasi alla soglia della pensione il «posto fisso», e la cattedra, per due insegnanti salentini entrambi già oltre i 60 anni
ROMA — È arrivato quasi alla soglia della pensione il «posto fisso», e la cattedra, per due insegnanti salentini entrambi già oltre i 60 anni. Una vita intera a sperare, prima supplenti, racimolando ore per fare punteggio e guadagnare un po' di più, poi precari. Ora sembra quasi una stranezza questa ormai dimenticata immissione in ruolo. Giovina Vantaggiato, 65 anni, di Copertino, e Aldo Lombardi, 63, di Galatone, ieri mattina hanno firmato il primo contratto a tempo indeterminato. Non ci pensavano più, con la pensione ormai così vicina. «Da più di 30 anni aspettavo questo momento. Ma sinceramente non lo credevo più possibile. Adesso sono contenta ma non riesco a capacitarmi ancora, avevo anche già fatto domanda di pensione e ho dovuto revocarla». Giovina è maestra elementare, «ho il diploma magistrale e oltre trent'anni fa mi sono abilitata, poi ho fatto il concorso e sono entrata in graduatoria. Come tutti i giovani pensavo che avrei dovuto avere pazienza, tre o quattro anni e avrei ottenuto la cattedra. Invece niente, più passava il tempo e più mi scoraggiavo».
Ma non ha lasciato la scuola, Giovina, «l'insegnamento è la mia passione, il mio mestiere, ho continuato e per 15 anni ho fatto supplenze. Poi sono diventata precaria, incarichi annuali che si sono rinnovati di anno in anno».
Ha cambiato parecchie scuole la maestra Vantaggiato, «sono stata a Tricase, a Matino, a Parabita, a Nardò, a Leverano, anche nel mio paese, a Copertino». Quest'anno insegnerà all'ospedale Vito Fazzi di Lecce, ai bambini ricoverati per problemi di salute. «Un compito difficile ma bello, che penso mi darà soddisfazione».
Quando una settimana fa l'hanno chiamata per dirle che aveva ottenuto l'immissione in ruolo Giovina pensava ad uno scherzo. «Davvero, lì per lì non ci ho creduto. A febbraio ero stata cancellata dalla graduatoria ad esaurimento, per raggiunti limiti d'età, poi hanno allungato l'età pensionabile e così ho revocato la mia domanda di pensione. Meno male che non era uno scherzo». Ancora due anni, più di trenta da precaria e solo due di ruolo, però è un'ottima cosa essere riuscita ad agguantare la cattedra, dice, «la pensione dei precari è inferiore, avrei preso due soldi. E non si ha diritto alla liquidazione». Tre figli grandi, «che ho scoraggiato dal fare l'insegnante vista la mia esperienza, anche se una di loro ha la maturità magistrale ma siccome avere il posto e persino diventare precaria come me è sempre più difficile, ha preferito lasciar perdere e dedicarsi ad altro».
Anche Aldo Lombardi ha cambiato decine di scuole per sommare le ore necessarie a raggiungere uno stipendio almeno accettabile. Ora il posto fisso c'è, eppure resta l'amarezza. «Certo, sono contento, ma non provo una gioia incontenibile», ha confessato a parenti e colleghi il maestro Lombardi.
Insegnerà in una scuola di Parabita, una materna, ma ha detto che non c'è niente da festeggiare «quando hai aspettato tutta una vita. La mia famiglia è felice e tutti continuano a dirmi che era ora, ma ancora mi pare impossibile che sia accaduto veramente». È uno dei fortunati, Lombardi, una vera vincita alla lotteria per lui, che partecipò all'ultimo concorso indetto, nel '99, non vinse ma risultò idoneo, così entrò nella graduatoria «ad esaurimento». «Solo» tredici anni, e l'attesa è finita.