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Prove miste e orali, ecco la nuova Maturità

Le versioni con un’«introduzione», domande di educazione civica. La paura del test matematica-fisica

27/11/2018
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

ROMA Ci sarà tempo per dire se la nuova Maturità, che debutta il 19 giugno del 2019, sarà davvero più facile della versione precedente. Di sicuro nelle intenzioni vuole essere più moderna. Ci sarà uno scritto in meno (il contestato quizzone), scompare il tema di storia e per la seconda prova — quella del 20 giugno — sono in arrivo diverse novità. Le ha presentate ieri il ministero dell’Istruzione, un po’ in ritardo rispetto alle attese.

Ecco le principali: al classico la prova è divisa in due parti e gli studenti non si troveranno più di fronte solo la versione con una breve introduzione ma un vero e proprio corredo di informazioni sul testo su cui lavorare, addirittura ci saranno — già tradotte — le parti appena prima e appena dopo quella oggetto dell’esame. Il tutto sarà accompagnato da tre domande di comprensione, interpretazione e collocazione storica del testo, che sarà sempre un pezzo in prosa. Tra i filologi che in questi anni si sono confrontati sull’utilità della versione, «vincono» i modernisti che si sono contrapposti ai sostenitori della versione pura, considerata un esercizio logico ineguagliabile.

La seconda prova potrebbe anche essere mista comprendendo una parte di greco e una di latino: così prevede il decreto attuativo della Buona Scuola approvato lo scorso anno, ma sembra difficile anche se non impossibile che si deroghi all’alternanza annuale delle due materie, come si è fatto finora. Più temibile la prova mista allo scientifico: negli ultimi anni c’è sempre stato il problema di matematica e la fisica — ormai diventata l’incubo di professori e studenti — potrebbe essere recuperata in un compito misto: oltre al problema infatti restano le domande teoriche, che saranno quattro (su otto) e non più cinque (su dieci).

Griglie di valutazione

A gennaio si conosceranno le materie. Griglie di valutazione nazionali

Sui contenuti e le materie comunque il ministro Bussetti deciderà a gennaio, come sempre avviene: «Il ministero lavorerà affinché le tracce siano davvero corrispondenti con quanto fatto dai ragazzi durante il percorso di studi, fornendo apposite indicazioni agli esperti che dovranno produrre i testi», promette. C’è grande fibrillazione nelle scuole per le novità e il fatto che finora non fossero giunte che indicazioni generiche aveva aumentato le preoccupazioni. A dicembre il ministero pubblicherà anche delle simulazioni dell’esame perché prof e ragazzi possano allenarsi. Agli insegnanti toccherà anche studiare le griglie di valutazione: per la prima volta ci sono delle indicazioni nazionali anche per la valutazione della prima prova e della seconda prova, un tentativo di avere voti più omogenei nelle scuole di tutta Italia.

Le novità riguardano anche l’orale: lo Scuola-lavoro, oggetto di critiche e di tagli di ore — dimezzate — e di fondi (56 milioni) da parte del ministro Bussetti nella legge di bilancio, continuerà a far parte della prova. Sostituirà la tesina e sarà valutato, come anche gli argomenti di Cittadinanza e Costituzione, che è l’educazione civica. Resta invece completamente fuori dall’esame l’inglese, relegato ad una prova primaverile (ma il ministro Bussetti sta pensando se anticiparla ulteriormente, non per l’anno prossimo però).


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