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Pronta la bozza Profumo Cambierà l’insegnamento di religione e geografia

Inviata al Consiglio di Stato. Protestano i cattolici

26/09/2012
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La Stampa

Flavia Amabile

L’ idea di cambiare i programmi di religione e geografia è più di una semplice idea, è scritta nera su bianco in una bozza predisposta dal Miur e inviata al Consiglio di Stato per un parere.

Si tratta di un parere tecnico dunque non si interverrà sulla sostanza che resta quella annunciata ieri dal ministro Profumo: se il Paese diventa sempre più multiculturale, i programmi scolastici devono adeguarsi.

«Credo che il Paese sia cambiato - spiega - nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che debba essere più aperto. Ci vuole una revisione dei nostri programmi in questa direzione».

Un discorso che vale per l’ora di religione, ma anche «per l’ora di geografia», che, secondo Profumo, si può studiare anche ascoltando le testimonianze di chi viene da altri paesi. In realtà, a leggere la bozza dei programmi per il prossimo anno scolastico, l’intervento deve essere esteso anche alla storia e comunque all’intero ciclo scolastico, con «percorsi didattici specifici» per rispondere ai bisogni educativi degli allievi.

Particolare attenzione - è scritto nella bozza - va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana che richiedono interventi differenziati non solo in italiano ma nella progettazione didattica complessiva della scuola e quindi dei docenti di tutte le discipline

Gli alunni hanno basi diverse - prosegue la bozza - c’è chi arriva con i dialetti, chi con lingue straniere. L’apprendimento dell’italiano deve avvenire a partire dalle competenze linguistiche maturate nell’idioma nativo e si deve guardare al loro sviluppo in funzione non solo del miglior rendimento scolastico ma come componente essenziale delle abilità per la vita. Le dichiarazioni sull’ora di religione hanno immediatamente scatenato le reazioni del mondo politico e di quello cattolico: «È importante il rinnovamento della didattica nel metodo -replica il cardinale Gianfranco Ravasi, il presidente del Pontificio consiglio per la culturama il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati».

A difesa dell’ora di religione si schiera anche Maurizio Lupi del Pdl: «Capisco la preoccupazione del ministro Profumo sulla necessità che la scuola non ghettizzi chi viene da altri Paesi e ha tradizioni culturali diverse dalla nostra - sottolinea - ciò nonostante io credo che questa attenzione debba evitare di scadere nel relativismo». Per Paola Binetti (Udc), «Chi non vuole, può sempre restare fuori dall’aula». Piuttosto secca anche la Lega Nord: «Dopo la sua personale crociata contro il Nord, adesso il ministro Profumo dichiara guerra all’ora di religione», dice il deputato Davide Cavallotto.

Pienamente favorevoli Radicali, Idv e Rete studenti medi. Secondo la senatrice Donatella Poretti, «oggi nelle scuole non si insegna storia delle religioni, ma si fa catechismo coi soldi pubblici». Per Pierfelice Zazzera (Idv), vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, rivedere l’ora di religione è giusto ma non sufficiente: «Bisogna procedere al taglio dei fondi stanziati per le scuole private e confessionali».
 


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