Profumo scopre le carte
Durante il IX Congresso dell’Anp interviene su diversi punti spinosi: bisogna garantire risorse certe ad ogni scuola e assunzioni periodiche senza creare altro precariato. Dice baste all’era delle riforme: è l’ora di puntare su valutazione e monitoraggio dei risultati, con gli istituti gestiti da una governance allargata. Sul concorso per dirigenti promette tempi certi e stretti
l ministro Francesco Profumo non conoscerà a fondo la Scuola, ma di sicuro impara in fretta quali sono le emergenze da risolvere. Tanto che, nel volgere di pochi giorni, ha fatto propria un’istanza che tutti gli addetti ai lavori, dai dirigenti al personale passando per i sindacati e le parti sociali, sostengono da tempo: indicare alle scuole prima dell’avvio dell’anno scolastico l’entità dei fondi con cui dovranno gestire l’istituzione per tutto l’anno. Profumo, intervenuto a Fiuggi, durante il IX Congresso nazionale dell'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, è detto che è sua intenzione “assicurare ad ogni istituto sin dall'inizio dell'anno risorse certe, tendenzialmente senza vincoli di destinazione, con cui consentire alle scuole di realizzare appieno l'offerta formativa”.
Il nuovo primo inquilino di viale Trastevere ha poi anche voluto far sapere di avere focalizzato le scelte da attuare sul nuovo sistema di reclutamento scolastico: è "un argomento di basilare importanza" sul quale "è necessaria una riflessione seria". Senza entrare nei dettagli, Profumo ha comunque spiegato che servono "modalità che garantiscano procedure snelle, trasparenti e definite, per permettere una immissione periodica certa, e dare opportunità concrete ai docenti che escono dai nuovi percorsi di formazione universitaria, senza creare nuovo precariato".
Per quanto riguarda il miglioramento della qualità del sistema, ad iniziare dalla didattica, il Ministro ritiene che malgrado vadano migliorati tanti aspetti "non abbiamo bisogno di scrivere sulla carta nuove riforme, né dobbiamo intraprendere opere di ingegneria istituzionale", ma "prestare attenzione ai risultati" del sistema e quindi investire sulla "valutazione degli esiti dell'attività scolastica". Sulla verifica delle competenze acquisite dagli studenti e dell’operato delle scuole, quindi, Profumo sembra avere l’intenzione di continuare il percorso avviato nell’ultimo triennio dalla Gelmini. L’obiettivo è che alle attuali "pratiche di autovalutazione se ne devono affiancare altre di valutazione, per consentirci di riflettere sulla reale efficacia del lavoro di didattica, e per metterci nelle condizioni di migliorarci. Per ottenere questo risultato – ha proseguito Profumo - sarà importante attuare pienamente l'autonomia scolastica, nel senso di una autonomia responsabile: senza adottare nuove riforme ordinamentali, ma definendo obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio dei risultati".
Anche sulla gestione degli istituti, che secondo il disegno della Gelmini andrebbe affidata a dei Cda più aperti ad “attori” esterni, in sostituzione degli attuali Consigli di Istituto, Profumo starebbe pensando ad un modello simile: "credo sarà opportuno – ha detto - pensare a una governance che non identifichi come unici soggetti i dirigenti scolastici e il collegio dei docenti, ma che consenta di individuare e promuovere altre articolazioni dell'organizzazione del lavoro".
Di fronte ad una platea di dirigenti, il neo Ministro non poteva esimersi di dare indicazioni sul discusso concorso per nuovi presidi, le cui prove scritte si dovrebbero svolgere tra un paio di settimane, il 14 e 15 dicembre: "mi impegno a chiudere in tempi certi e stretti i concorsi per dirigenti tecnici, che si trascinano ormai da anni, e soprattutto – ha sottolineato Profumo - il concorso per dirigenti scolastici, per coprire le oltre 2.000 sedi già vacanti". Il messaggio inviato alle migliaia di ricorrenti è chiaro: si va avanti, nessun rinvio. Ma l’ultima parola spetterà al Consiglio di Stato, i cui giudici saranno chiamati ad esaminare migliaia di ricorsi, già respinti dai Tar, a pochissimi giorni dalle fatidiche prove