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Profumo: «Concorso scuola? Ora diventerà biennale»

Confronto, alla Festa Democratica, con il ministro dell'Istruzione. Silenziosa contestazione dei precari: «La scuola dei tecnici è una scuola di classe». Scontro con Puglisi (Pd): «Lei usa troppo Twitter...».

28/08/2012
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l'Unità

 Contestazione silenziosa di un gruppo di docenti precari al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo alla Festa Democratica. Una ventina di insegnanti precari hanno preso posto nelle prime file dell'auditorium esponendo cartelli con le scritte «la scuola dei tecnici è una scuola di classe», con Pinocchio mangiato dal pescecane e «con il ministro Profumo c'è puzza di concorso-imbroglio».

Uno dei cartelli più grandi è stato ritirato dal servizio d'ordine destando la protesta dei precari che vengono da Reggio Emilia e da altre città. «Volevamo fare domande e ci hanno ritirato il cartello. Vogliamo solo dei chiarimenti dal ministro che vuole una scuola di merito senza vecchi precari. Io ho 32 anni, vi sembro vecchia?», dice un'insegnante.

Durante il confronto della Festa Democratica nazionale con il ministro Francesco Profumo, la presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, Manuela Ghizzoni, la responsabile Pd Scuola Francesca Puglisi e il responsabile Pd Università Marco Meloni. Coordinerà l'incontro la giornalista Roberta Carlini, il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha anche spiegato la sua proposta sull'università.

Chi non studia deve pagare di più. Questo, in estrema sintesi, il senso dell'intervento: «Le persone, come gli studenti lavoratori, che per qualche motivo non sono in condizione di terminare nei tempi il ciclo di studi devono poter avere la possibilità di dire 'invece di 4 impiegherò 6 annì. Ma - aggiunge Profumo - c'è una parte importante di studenti che fanno altre cose e questa parte deve contribuire di più al sistema dell'istruzione».

Il ministro si riferisce in particolare a «quegli studenti che non vengono all'Università, che non frequentano, ma che si iscrivono solo per godere dei benefici dello status di studente. Dobbiamo dire a loro - ha concluso Profumo - che devono contribuire anche per mettere in condizione gli studenti meritevoli, che non ne hanno la possibilità, di studiare».

L'insegnante del futuro deve essere una «persona in grado di mantenere un filo logico» nei suoi interventi, sia capace di «interpretare un testo», deve avere «competenze di tipo informatico» e di tipo «linguistico». È questo l'identikit annunciato dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo durante un dibattito alla Festa democratica nazionale a Reggio Emilia. Secondo Profumo questi sono i quattro «elementi essenziali per il docente del prossimo anno».

Durante il dibattito anche un piccolo scontro tra il ministro e la responsabile Scuola del Pd Francesca Puglisi: il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha infatti accusato l'esponente democratica di «trasmettere, durante le riunioni che facciamo insieme, le mie parole in tempo reale alle agenzie o pubblicandole su Twitter».

Un'accusa alla quale Puglisi ha risposto duramente: «non le permetto di dire questo, esigo il rispetto che le ho sempre dato. Io rappresento una forza politica, lei piuttosto controlli i suoi uffici perche le informazioni escono da lì...».

Il concorso per docenti? «È previsto per legge» e, dunque, non c'è nessuna volontà del ministero di danneggiare i precari storici. Lo ha chiarito il ministro Francesco Profumo intervenendo alla Festa nazionale del Pd spiegando che d'ora in avanti i concorsi avranno «cadenza biennale. Così diventeremo un paese normale». Una posizione applaudita dalla platea più giovane, quella neo laureata e ad oggi esclusa dall'insegnamento per mancanza proprio di concorsi.

«I concorsi sono previsti dalla legge - ha continuato il ministro rispondendo alle polemiche dei precari - Il Parlamento avrebbe dovuto chiedere l'applicazione della legge». Una metà dei posti, comunque, sarà sempre presa dalle graduatorie. «E chi sta in graduatoria - ha continuato - può sempre decidere di partecipare, di mettersi in gioco».

Il ministro ha poi letto le caratteristiche di chi può partecipare alle prove: sono ammessi coloro che hanno l'abilitazione all'insegnamento conseguita entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. Ma anche, per la primaria, chi ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Mentre per i posti della scuola dell'infanzia, possono partecipare coloro che sono in possesso del titolo di studio conseguito al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennale o quinquennale sperimentale dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Per medie e superiori possono partecipare quanti «alla data di entrata in vigore del D.I. 24 novembre 1998, n.460» erano già in possesso di un titolo di laurea, ovvero di un titolo di diploma conseguito presso le accademie di belle arti e gli istituti superiori per le industrie artistiche, i conservatori e gli istituti musicali pareggiati, gli ISEF, che alla stessa data di entrata in vigore del suddetto decreto consentivano l'ammissione ai concorsi ordinari. O coloro che abbiano conseguito quei titoli entro l'anno accademico 2001-2002, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l'anno accademico 2002-2003, se si tratta di corso di studi quinquennale; entro l'anno accademico 2003-2004, se si tratta di corso di studi esennale.


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