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Professori e studenti respingono le critiche: premier non ha credibilità morale

Il mondo della scuola pubblica non accetta di essere accusato dal premier di «inculcare» idee sbagliate ai ragazzi e rimanda al mittente l'accusa

28/02/2011
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Il Messaggero

ROMA - Il mondo della scuola pubblica non accetta di essere accusato dal premier di «inculcare» idee sbagliate ai ragazzi e rimanda al mittente l'accusa. La replica a Berlusconi viene non solo da docenti, come quelli della Cisl, non certo ascrivibili alla sinistra, ma anche da studenti e genitori, che chiedono al governo le risorse per dare alle famiglie una vera libertà educativa.

«Ma cosa deve insegnare la scuola sulla famiglia? È la famiglia la prima agenzia educativa - spiega il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima - ma ai docenti viene data spesso una delega in bianco: a quali valori si riferisce il presidente del consiglio? A quali modelli e comportamenti? Sono proprio la famiglia e la società a non darli, a diseducare, spesso distruggono in 10 minuti quello che la scuola pazientemente crea in anni». Dai docenti di ogni ordine e grado, invece, vengono «valori forti e fortemente educativi», realizzati con un «lavoro di team» da una pluralità di soggetti: «Noi - ha aggiunto - abbiamo sempre difeso il pluralismo proprio per evitare una pedagogia di stato. D'altra parte la libertà di insegnamento viene dalla Costituzione, approvata proprio dopo la fine di una dittatura». Scrima non esclude che ci «possa essere qualche docente che si presenta all'azione formativa con un'idea di indottrinamento: ma quanti sono? E poi, essendo un lavoro di gruppo, un singolo non può dominare l'azione formativa. Una cosa è certa: la scuola ha solo da perdere quando diventa terreno di contrapposizione ideologica. La realtà è che i docenti dicono quei no che i veri genitori non dicono». 

Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, critica il premier che «non ha nessuna credibilità morale e etica per parlare di educazione e famiglie. Non si può passare dal bunga bunga agli attacchi alla scuola pubblica e alla libertà d'insegnamento. Questo Governo vuole trasformare le scuole italiane in luoghi in cui si nega il pensiero critico e libero. È un ulteriore attacco alla democrazia perchè la scuola pubblica deve rispondere ai principi e ai valori della nostra Costituzione e non agli interessi di Berlusconi. Le famiglie chiedono una educazione all'altezza dei cambiamenti che stanno attraversando le società ma le politiche regressive e i tagli della Ministra Gelmini, ispirate dal furore ideologico contro l'apprendimento di massa, stanno distruggendo la qualità del nostro sistema educativo e formativo».

Per la Rete degli studenti, il Premier ha «ufficializzato l'idea del Governo rispetto alla scuola pubblica, sostenendo che sia inutile e dannosa. Così facendo ci dimostra in maniera chiara che l'opera dei Ministri Gelmini e Tremonti non erano di riforma e di miglioramento del sistema formativo, ma di cancellazione e distruzione della scuola e dell'università pubblica. Altro che merito, qualità e riforma epocale, è chiaro che la scuola pubblica sia un problema per il Governo, in quanto unico spazio rimasto per la formazione di cittadini liberi e con coscienza critica».

Infine il Moige ricorda che i genitori hanno bisogno del «buono scuola che gli consenta di poter scegliere all'interno di un sistema di scuola pubblica, l'istituto scolastico più rispondente alle loro esigenze didattico-educative».


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