Prof di pomeriggio a zero euro
Scuole sempre aperte, ai dipendenti deve pensarci il fondo di istituto. Dentro le superiori. I finanziamenti aggiuntivi? Per esperti esterni e materiali
Alessandra Ricciardi
La coperta è corta. E dovrà essere estesa a una platea più ampia: non solo le primarie, come prevedeva inizialmente il decreto legge scuola (Ac 1574), ma anche le secondarie, precisa uno degli emendamenti del relatore al ddl di conversione in legge, il presidente della VII commissione della camera, Giancarlo Galan (Pdl).
Il chiarimento sulla portata finanziaria del progetto è giunto nei giorni scorsi con il parere depositato dalla commissione bilancio della camera. Un parere, quello stilato dal relatore Giuseppe De Mita (Scelta civica), favorevole ma con osservazioni, che tiene conto delle precisazioni fornite dal viceministro all'economia, Stefano Fassina (si veda ItaliaOggi di martedì scorso).
«L'autorizzazione di spesa concernente il prolungamento dell'orario scolastico per gruppi di studenti, con particolare riferimento alla scuola primaria, delle aree a maggior rischio di evasione dell'obbligo, di cui all'articolo 7», si legge nelle premesse al parere, «riguarda i maggiori oneri di funzionamento delle istituzioni scolastiche per l'acquisto di materiali, servizi e prestazioni d'opera occorrenti, e comporta i medesimi effetti sui tre saldi di finanza pubblica; il maggior impegno del personale derivante dal citato prolungamento di orario sarà disciplinato dalla contrattazione integrativa e sarà pertanto remunerato nell'ambito del fondo per l'istituzione scolastica». Il fondo è stato quantificato dalla Ragioneria generale nella relazione tecnica al dl in oltre 760 milioni di euro. Per il governo e i parlamentari, che hanno approvato il parere favorevole, si tratta di risorse sufficienti anche per retribuire gli insegnanti e gli Ata che le scuole dovessero decidere di impegnare di pomeriggio per i nuovi progetti. A decidere il se e il quanto sarà la contrattazione d'istituto, in base a disponibilità e priorità.
Il decreto, all'articolo 7, prevede che per realizzare i progetti le scuole non operino da sole, ma che possano essere sottoscritte convenzioni con «associazioni e fondazioni private senza scopo di lucro tra le cui finalità statutarie rientrino l'aiuto allo studio, l'aggregazione giovanile e il recupero da situazioni di disagio, all'uopo abilitate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca», recita l'articolo 7.
L'emendamento depositato dal presidente Galan, una volta approvato, estenderà la possibilità di aprire il pomeriggio le porte delle scuole, e di usufruire della collaborazione di soggetti privati che operano nel sociale, anche alle superiori.